“Wonderful Wonderful” è l’illusorio titolo dell’ultimo e quinto disco dei The Killers, la rock band più cool di Las Vegas.
Ne è anche la opening track, che si apre con un corno che risuona nell’aria, subito affiancato dalla sempre stupenda voce distorta di Brandon Flowers, raggiunta da cori nel ritornello e piogge di strumentazione distorta.
Sono dieci tracce che passano dal tocco funk in stile Daft Punk corredato di falsetti e synth di “The Man”, primo singolo estratto, dal richiamo U2 dell’ode al matrimonio eterno di “Life To Come” e della rarefazione di “Some Kind Of Love”, passando per il tripudio synth e batteria di “Run for Cover” e il blues elettronico di “The Calling”.

Flowers ha detto che il disco racconta cosa significa essere un uomo: Nella tua testa credi che si tratti di essere forte e di portare a casa la pagnotta, ma quello che ho scoperto è che in realtà  è più una questione di empatia e compassione.
Sicuramente gli affetti e le emozioni personali occupano uno spazio importante nel disco: i figli di Brandon partecipano ai cori di “Some Kind Of Love”, e il cantante tocca aneddoti molto personali della sua infanzia, ad esempio in “Tyson vs Douglas”. Una delle tracce più convincenti e toccanti a livello testuale poi è “Rut”, una sorta di ballad in rock con un tappeto sonoro quasi psichedelico: Don’t give up on me cause I’m just in a rut, I clim up but the walls keep stacking up . Il punto di vista è quello della moglie di Flowers, e il suo stress psicologico post traumatico dovuto agli abusi subito in giovinezza. Brandon la definisce molto emotiva, l’unica canzone per la quale mi sono seduto con lei al piano, solo per essere certo che per lei andasse bene. Dolce.

Ma la band che ha conquistato il panorama internazionale dal 2004, quando con il primo album “Hot Fuss”, che ha invaso le classifiche di singoli e le camerette di poster, qui non c’è. Questo disco è il continuo di una parabola discendente, già  evidente con il lavoro precedente “Battle Born” (2012).
O forse, più che parabola, è una linea piatta.
“Wonderful Wonderful” è un disco che non sposta nessun equilibrio, che non sforna nessuna nuova hit che sostituirà  “Mrs Brightside” o “When You Were Young”, che non arriva a quel brivido che la band ha perso pezzetto dopo pezzetto lungo la strada.

I The Killers cercano di dare il meglio, e si percepisce, cercano di ritrovarsi e farci ritrovare quel suono così peculiare che tanto ci piace(va), ma purtroppo no, non riescono a fare nulla di meravigliosamente meraviglioso.