I Terry si sono formati solo pochi anni fa e ne fanno parti membri di alcune note band australiane (tra cui Total Control, Dick Diver e UV Race), ma hanno già  pubblicato ben due album, il più recente dei quali è “Remember Terry”, uscito lo scorso anno: questo weekend è arrivato anche il nuovo lavoro, “I’m Terry”, pubblicato dall’etichetta inglese Upset The Rhythm e registrato insieme a Mike Young a The Water Tower di Sorrento.

Tre album in appena tre anni possono sembrare troppi? Forse, ma non ci sembra il caso del gruppo indie-pop di Melbourne: ci sono ancora le belle linee di chitarra presenti nei due LP precedenti, così come le ottime sensazioni melodiche per cui li abbiamo apprezzati sin ai tempi del loro debutto “Terry HQ”, ma i Terry sono più di questo.

“Ciao Goodbye” è uno dei brani riusciti meglio in questo disco: si apre con il suono di un violino, accompagnato da una leggera chitarra, su cui le voci di Al Monfort e Xanthe Waite si appoggiano per un duetto romantico e malinconico allo stesso tempo.

Strano l’organo con cui inizia “Carpe Diem”, in cui si inserisce in maniera sorprendente uno spoken-word in lingua spagnola, mentre il singolo “The Whip” è incredibilmente catchy: dal ritmo veloce, il pezzo ci diverte con la sua veloce sezione ritmica e gli irresistibili coretti.

Intelligente, leggero e gradito il pop solare di “Oh Elen”, in cui spiccano le belle armonie; “For The Field”, invece, chiude il disco con un garage-punk dalla grande brillantezza e dall’elevata velocità , per quello che sarà  sicuramente uno dei brani più trascinanti nei loro prossimi concerti.

Una mezz’ora che passa fin troppo veloce: un disco molto gradevole, luminoso e pieno di belle melodie che, senza cambiare la storia della musica, sa farci divertire e dimostra anche una buona varietà  sonora da parte di questi australiani.