Paul Weller, una figura talmente importante nella musica inglese quanto intoccabile, come un Battiato oppure un De Andrè per un italiano (un paragone un po’ strano però lo faccio giusto per capirci), infatti è difficile criticare le opere del ex frontman dei Jam perchè, parlando dei suoi album solisti, c’è da notare come siano sempre stati buoni, se non ottimi. Una qualità  decisamente alta che non viene meno neanche questa volta, con “True Meanings”.

Lavoro che mi ha decisamente sorpreso, questo di Weller, lo ammetto, perchè molto classico direi per certi aspetti, quasi intimo, curatissimo sotto l’aspetto della strumentazione e dell’arrangiamento.   L’unica costante è, oltre a quella voce calda e suggestiva, la sua fidata chitarra acustica, che, a tratti, si accompagna ad una sezione di archi, fiati, tastiere e batteria (con comparse rare di sitar e contrabbasso). Parlando dei pezzi posso dire che sono altamente godibili, anzi, penso proprio che chiunque ascolterà  questi brani potrà  trovarli “popolari” (nel senso di accostabili al pop), fruibili e facili nel ascolto, cosa non esattamente facile da realizzare per tutta la durata di un album, neanche se ti chiami Paul Weller. La carta vincente è quel magico equilibrio tra malinconia, suono acustico e uno spirito morbido a avvolgente che perme l’intero lavoro. E sicuramente gli arrangiamenti, in questo senso, danno una grossissima mano, cosme già  lasciavo intendere. Lasciatevi cullare e abbandonatevi a canzoni come “The Soul Searchers” oppure “Gravity” e “Old Castles”: stupende, estremamente rilassanti ed ennesima dimostrazione della versatilità , ma anche della raffinatezza estrema raggiunta qui da Paul Weller.

L’album non presenta criticità , sia a livello compositivo che di registrazione. A gusto personale non apprezzo particolarmente “Bowie” (nome non solo dell’artista, ma anche del figlio di Weller), ma, ripeto è meramente una questione personale. In conclusione, ascolto quasi obbligato, sia per chi apprezza da sempre ‘The Modfather’, ma anche da parte di chi non lo ha mai apprezzato più di tanto. Un disco dai toni autunnali che non potrà  non emozionarvi. Concedetevi questo bel viaggio verso un ideale ‘Tranquility Lane’.

Credit Foto: Nicole Nodland