Potevamo mancare alla festa dei Dodgy? Assolutamente no!

Ultima data, questa londinese, per il tour celebrativo dei 25 anni dello storico “Homegrown” e clima davvero rilassato, disteso e incline ai sorrisi. Ai concerti dei Dodgy si respira sempre una piacevolissima aria sana: la gente vuole divertirsi e la band idem, l’empatia che si crea è immediata, forte e palpabile.

Cosa chiedere di più a un concerto? Una setlist composta di grandi classici già  mandati a memoria nel corso degli anni, una band perennemente in stato di grazia che si esalta a vedere un pubblico che risponde alla perfezione. Questo è il live perfetto. Partenza morbida con un paio di b-side, giusto per scaldare i motori e poi via a “Staying Out for the Summer” che scatena il delirio. Acutissimi sempre i Dodgy che non fanno mancare la presenza dei fiati, on stage, per far rendere al meglio i pezzi. Per quanto mi riguarda “Making the Most Of” mi ha letteralmente fatto volare.
Si canta, si balla, si ride con gli interventi dei nostri tra un pezzo e l’altro, ci si sente realmente come a un party, ma non fra estranei, anzi, tra amici e il merito va a questi eroi, che ci portano sul loro furgone volante Volkswagen per un viaggio delizioso nel passato.
“Grassman” è ovviamente da pelle d’oca.
La chiusura dei bis è ovviamente con “Good Enough” e allo Shepherds Bush Empire è festa grande.

Prima dei Dodgy, per una quarantina di minuti, abbiamo visto la buona esibizione di Babybird (è appena uscito il suo nuovo album “Happy Stupid Nothing“). Va a pescare dalle sue cose più pop e dirette, ma che lasci fuori “You’re Gorgeous” ci fa un po’ incazzare. Consoliamoci con una versione bella carica e chitarristica di “Cornershop”, la solita chiusura con la splendida “Goodnight” e in mezzo un paio di ballatone d’antologia (“Unloveable”, l’adoro) e l’ironia gustosa e molto melodica di “Failed Suicide Club”.

I veterani non deludono nemmeno questa volta.