Pubblico giovane e numeroso quello di stasera al Circolo Magnolia per l’atteso concerto di Fil Bo Riva.

Mi avvicino al paco e vengo colpita dalle ragazze in fibrillazione che studiano la posizione migliore per attirare l’attenzione del bel ragazzo che a breve salirà  sul palco.

Sguardo magnetico, look da dandy moderno, piglio sicuro da uomo vissuto, si presenta così Filippo Bonamici, quando sono da poco passate le 22.

La questione puramente estetica nasce e finisce qui, se già  ascoltando il nuovo “Beautiful Sadness”, uscito il 22 marzo scorso, si poteva intuire il talento di Fil Bo Riva, la resa dal vivo è la conferma di un lavoro raffinato ed elegante. Ricercato nei suoni, denso, a tratti orchestrale con chitarre, basso e tastiere che si aprono, dei piccoli prisma che irradiano una musica dai molteplici colori. Fresca ed energica, malinconica e meditativa.

Ventisei anni e un percorso di vita intenso che si dirama sull’asse Roma – Dublino – Berlino . Nato a Roma, dove sogna sin da piccolo di diventare una star, si apre al mondo con gli studi a Dublino, qui si lascia contaminare da nuove scene musicali. Il trasferimento a Berlino segna la svolta, la conoscenza del chitarrista e amico Felix A. Remm e il produttore Robert Stephenson. Figure decisive con cui sigilla l’Ep di debutto “If You’re Right, It’s Alright” nel 2016 con la bellissima “Like Eye Did” che trova spazio anche nella scaletta di stasera.

Con voce potente e istinto pop accompagna e coinvolge il pubblico in un mondo romantico e moderno. Su “Time Is Your Gun” e “Go Rilla” è impossibile non tenere il ritmo con le mani alzate, hanno entrambe la stoffa per diventare dei successi radiofonici.

Sfumature dolcissime e poetiche per “Baby Behave” e “L’over”, accendini accesi e cellulari alzati.

L’apice si tocca con “L’impossibile”, unico brano cantato in parte in italiano, un pezzo lento e sensualissimo con chitarre e piano sussurrati e la voce di Filippo che illumina, suggestioni e brividi.

Esco pensando che nulla dura, nulla finisce, niente è perfetto. Una malinconia serena, uno stato di grazia che mi godo respirando l’aria fresca di questa serata di inizio aprile.