Siccome siamo bravissimi, dobbiamo essere anche altrettanto bravi a prenderci le nostre colpe.

Prima di tutto, perchè questo “Sacred Dreams” di Josefin à–hrn + The Liberation è uscito lo scorso Aprile,  e quindi è sì  nuovo, ma non così di zecca come dovrebbe essere. Poi, perchè  conosciamo adesso  questi svedesi con base a Londra, dove la loro  prima produzione è datata fine 2015.

Siamo di fronte a davvero grandi dosi di qualità  e bellezza, ad un connubio dei più riusciti tra shoegaze, alt rock, dream pop e dark wave, con uno uso dell’elettronica preciso, funzionale, che riesce divinamente a creare un reticolato onirico e fluttuante ora, labirintico  e psichedelico adesso.

In tutto questo, si incastonano come una vera gemma la voce e i testi emozionanti di Josefin, incantatrice, suadente, sensuale ed elegante. Il supporto, poi, è di tutto rispetto: oltre allo storico socio in affari Fredrik Joelson, The Liberation è una macchina che vanta nomi del calibro di Maki (Go Team), Patrick C Smith (Eskimo Chain), Matt Loft (Lola Colt) e Ben Ellis, con la supervisione di Andy Ramsay degli Stereolab.

“Sacred Dreams”, uscito via Rocket Recordings, è un album notturno, magnetico, provocante ed ipnotico, una nebulosa di suoni, idee, sentimenti, anime e venature che finiscono però per trovare una sorprendente organicità  tra sostanza ed ornamento, candidando Josefin à–hrn (a conti fatti, il vero  trait d’union di tutto il progetto)  ed i The Liberation a far parlare ancora di sè.

Vogliamo scommetterci?