Anna St. Louis arriva oggi per la prima volta in Italia a presentare il suo album d’esordio “If Only There Was A River”, uscito lo scorso ottobre via Woodsist Records e prodotto niente meno che da Kevin Morby e King Tuff.

Quella di stasera è la prima delle sue tre date in Italia (domani sarà  all’A Minor Place di Teramo e venerdì all’Hana-Bi di Marina di Ravenna) e lo scenario sembra decisamente appropriato: siamo al Lazzabaretto all’interno della Mole Vanvitelliana, uno dei numerosi gioielli artistici che il capoluogo marchigiano offre e il porto è proprio dietro di noi.

L’intimità  del set della musicista originaria di Kansas City viene poi ulteriormente aumentata grazie al rumore dell’acqua del mare che pare essere il sottofondo perfetto per un concerto acustico come quello di stasera.

Il live-show della ragazza ora di stanza a Los Angeles si apre con “Mercy”, una canzone contenuta nella sua cassetta “First Songs”, realizzata a fine 2017: ovviamente la ricchezza del suono è minore rispetto alla sua versione originale, ma le doti di Anna comunque vanno subito a mostrarsi. Il suo fingerpicking ci dona un senso di calma e la sua voce è una leggera brezza che arriva gradita alle orecchie dei presenti.

La tranquillità  continua anche con “288”, altro brano vecchio, che ci dona ulteriore riservatezza, intimità  e dolcezza, mentre i vocals di Anna sono pura poesia.

Dopo “The Bells”, soft e rilassata (molto belli i suoi coretti), per qualche pezzo arriva a supporto della St. Louis anche un pianista ““ si tratta di Keven Lareau, con cui ha recentemente lavorato per la cover di “No Expectations” dei Rolling Stones ““ ad arricchire il suo suono.

Non passa molto cprima che il brano originariamente di Mick Jagger e soci venga eseguito: pubblicato pochi giorni fa sul suo bandcamp in onore del suo tour europeo, il pezzo ha un sapore country, spinto proprio dal buon lavoro della tastiera. Forse inaspettato, ma assolutamente gradevole anche in questa versione proposta da Anna.

I preziosi e raffinati arpeggi della St. Louis riescono a creare un’atmosfera romantica e morbida nella bellissima “Mean Love”, piena di teneri sentimenti, mentre con “Water” lo scenario diventa più cupo, sebbene non manchi mai l’intimità .

E’ poi “Fire” a chiudere la serata, accelerando il ritmo, ma con toni che rimangono piuttosto oscuri e malinconici, seppur sempre gentili e confortanti.

Quasi cinquanta minuti di tenerezza, di sincerità , di poesia: l’ambientazione importante e suggestiva ha sicuramente aiutato alla buona riuscita della serata e la musica riservata e dolce di Anna St. Louis ci ha saputo colpire al cuore fin dai primi attimi.

Non ci resta che passare dal banchetto del merch per comprare il suo debutto sulla lunga distanza e scambiare due chiacchiere con la musicista di stanza a Los Angeles: il suo secondo LP, su cui sta già  lavorando, potrebbe arrivare il prossimo anno e chissà  che lei non torni di nuovo a suonare anche qui in Italia.