Riecco gli Sheer Mag dopo il fortunato esordio del 2017 con “Need To Feel Your Love”, sèguito a propria volta di diversi singoli ed EP che ne avevano fatto apprezzare le doti ed accrescere l’attesa per il loro primo lavoro sulla lunga distanza.

Cosa aspettarsi quindi da questo secondo capitolo? In una più che ottimistica ipotesi, una conferma, visto che il canovaccio sonico della band è sempre stato piuttosto chiaro: chitarroni anni ’70, melodie trascinanti e trainate dall’incandescente voce della giunonica Christina Halladay, con i fratelli Hart e Kyle Seely (che si sono occupati anche di registrazione e suono) a coriaceo supporto con riff d’impatto ed assoli  incendiari, e quel gusto (vintage, hard e glam) rock da vendere e a permeare il disco dal primo all’ultimo giro.

Detto, fatto.

Ci mette di più, la Halladay: i testi, nascosti dietro alle solite melodie magnetiche, parlano di dipendenze, di ingiustizie sociali, politiche (“Unfold Manifest” chiama in causa anche il nostro paese, con la questione degli sbarchi nel Mediterraneo, mentre “The Killer”, forse il pezzo  che resta più impresso  del lotto tutto,  ce l’ha con  l’ha con i vari Trump e predecessori) e laceranti eventi personali (la fine di una relazione, per esempio, in “Cold Sword”).

La strada ormai è tracciata, la confidenza con i mezzi raggiunta, la padronanza nella gestione aumenta, e così gli Sheer Mag possono (devono)  quindi  adesso dedicarsi ad alzare ancora di più i giri del motore,   acquisire ancora più spessore e credibilità  spingendosi oltre a quella che rischia altrimenti di diventare una zona di eccessivo confort artistico.

Photo by Marie Lin