Ci sono band che hanno segnato la storia e hanno creato un sound irripetibile, i Talking Heads salgono sul piedistallo e questa Top 10 è solo un piccola parte di tanti capolavori.

10 ““ CROSSEYED AND PAINTLESS

1980, da “Remain in the Light

C’è qualcuno oggi in giro in grande di scrivere un pezzo come questo? Brano ancora proiettato nel futuro, immortale.

9 ““ HEAVEN

1979, da “Fear of Music “

Come sarà  il paradiso? Non lo so e non mi interessa molto ma se sarà  quello dei Talking Heads allora il mio pianoforte dovrà  suonare “Heaven”.

8 ““ STAY UP LATE

1985, da “Little Creatures”

Una canzone che suona allegra e divertente, ma che sfodera un testo altamente inquietante, sia che si consideri il bambino del testo metafora o realtà  il risultato è lo stesso, una miscela sinistra, esplosiva e riuscitissima, ennesimo capolavoro a mio avviso non abbastanza apprezzato da tutti .

7 ““ [NOTHING BUT] FLOWERS

1988, da “Naked “

L’album di addio dei Talking Heads è forse il più debole della loro carriera ma non mancano le perle come “Blind” e questo brano che vede la partecipazione di due miti Mr. The Smiths Johnny Marr alla chitarra e Kirsty MacColl ai cori.
Il testo è bellissimo e si presta a diverse letture, l’amore che tutto cambia o come preferisco vederlo io una critica ai modelli che sembrano proiettati all’infinito ma che saranno inesorabilmente annullati dall’unica legge possibile quella della madre terra.

6 ““ WILD WILD LIFE

1986, da “True Stories”

Nel 1986 David Byrne si cimentò alla regia per la realizzazione del film “True Stories” che non ebbe un grandissimo successo anche a causa di una distribuzione limitata, in Italia girò solo nei cineforum.
Migliore fortune ebbe l’album e questa canzone, che poi negli anni fu spesso coverizzata, anche dai nostri Zen Circus che insieme a Brian Ritchie (Violent Femmes) ne fecero una dignitosissima versione per il loro primo album.

5 ““ THIS IS MUST BE THE PLACE

1983, da “Speaking in Tongues “

Forse la canzone più amata da quelli che hanno conosciuto la band in ritardo, il testo è tra i più personali scritti da Byrne  e dedicato alla sua ex moglie.
Quando uscì non ebbe un grande successo, ma con il passare del tempo è diventato un classico, vivere e abituarsi al quotidiano come in un loop scandito dalla “Naive Melody” di basso e batteria.

4 ““ BURNING DOWN THE HOUSE

1983,  da “Speaking in Tongues “

Quando nel 1983 uscì l’ album non lo trovai eccezionale, in realtà  il tempo rende giustizia all’intero lavoro facendo diventare questo strano brano funk un classico.
David Byrne lo ripropone ancora oggi durante i suoi live, e ogni volta accende fuochi nuovi.

3 ““ ROAD TO NOWHERE

1985, da “Little Creatures”

Gioiellino costruito alla perfezione pur basandosi su due note, arrangiamenti perfetti e melodia irresistibile, una corsa verso il proprio destino, verso un gioioso nulla.

2 ““ PSYCHO KILLER

1077, da “Talking Heads 1977”

Album di esordio e subito piazzano un grande successo, la canzone li rende famosi in tutto il mondo nonostante il testo che attirerà  qualche critica, un po’ di Alice Cooper un po’ di Norman Bates tra sprazzi di alienazione da serial killer.

1 ““   ONCE IN A LIFETIME

1980, da “Remain in the Light

La collaborazione tra David Byrne e Brian Eno, che ci regalerà  anche un album eccezionale “My Life in the Bush of Ghosts” interamente loro e da molti dimenticato, è anche alla base di “Remain in the Light”, per molti e anche per me il loro capolavoro assoluto.
Il testo, una feroce e ironica critica alla classe media, viene cantato con enfasi, come fosse la predica di un pastore , il risultato finale è unico e irripetibile.