I Bright Eyes sono una di quelle band che difficilmente si sente in giro parlare male. In realtà , la band statunitense si porta dietro sensazioni sia di “simpatia” che di “antipatia”, ma è innegabile non riconoscere che le note di “Lover i don’t have to love” oppure di “First day of my life” sono belle davvero e, soprattutto, belle per tutti.

Dietro al successo della band del Nebraska c’è il talentuoso songwriter e poeta Conor Oberst il quale, insieme all’inseparabile label da lui co-fondata, la Saddle Creek Records, ci ha regalato dall’esordio homemade del 1988 “A Collection of Songs Written and Recorded 1995-1997” e fino a “The People’s Key” del 2011 (annunciato come l’ultimo della band) meravigliose ed emozionanti note di indie/folk-rock.

Per fortuna “The People’s Key” non è stato l’ultimo perchè proprio in questi giorni i Bright Eyes hanno annunciato l’uscita del loro nuovo album dal titolo “Down in the Weeds, Where the World Once Was” in uscita il 21 agosto per Dead Oceans. Quale occasione migliore si poteva allora presentare per rispolverare l’ultraventennale carriera della formazione di Omaha.

10 ““ TRUE BLUE

2004, da “Lua”

Ballata acustica senza fiato di poco più di tre minuti e mezzo dal sapore spiccatamente e tipicamente country-folk. Brano tratto dall’EP “Lua” del 2004, che fu l’epilogo di “I’m Wide Awake, It’s Morning”. Incantevole.

9 ““ EASY/LUCKY/FREE

2005, da “Digital Ash in a Digital Urn”

Nel 2005 Oberst e soci si presentarono con ben due album, uno dei quali con tendenze elettroniche dal quale è stato possibile tirare fuori dal cilindro una perla come questa “Easy/Lucky/Free”, dall’andamento lento, placido, costante e irrimediabilmente avvolgente.

8 ““ SUNRISE, SUNSET

2000, da “Fevers and Mirrors”

Il riff acustico iniziale suona come una premonizione a quello che sarà  il resto del brano. Spettacolo puro estratto dal capolavoro della band di Omaha. Conor si lascia andare senza mezzi termini ad una passionale rabbia mentre le note del flauto hanno il compito di tentare di riportare la quiete nell’aria rarefatta.

7 ““ BOWL OF ORANGES

2002, da “Lifted or The Story Is in the Soil, Keep Your Ear to the Ground”

Quasi cinque minuti di una lieta cantilena folk estratta dal quarto album della band. Conivolgente, impossibile non canticchiare mentre si schioccano le dita!

6 ““ PADRAIC MY PRINCE

1998, da “Letting Off the Happiness”

La perfezione del secondo album è tutta contenuta nella drammatica e ossessiva “Padraic My Prince” dove Conor racconta l’immaginario annegamento di suo fratello minore mentre un timbro fosco e ruvido apre la strada alle sue esplosioni vocali.

5 ““ THE MOVEMENT OF A HAND

2000, da “Fevers and Mirrors”

Altro gioiellino tratto dal capolavoro di Oberst. Questa volta il territorio si affaccia su di un andamento psichedelico ma con tanto di messaggio di speranza nelle parole finali del chorus: “Soon all the joy that pours from everything/Makes fountains of your eyes/Because you finally understand the movement of a hand/Waving you goodbye”.

4 ““ OLD SOUL SONG (FOR THE NEW WORLD ORDER)

2005, da “I’m Wide Awake, It’s Morning”

La “vecchia canzone soul” si porta dietro il più classico del folk, perchè questo brano tale è. Una bellissima e popolare canzone folk con la caratteristica vibrante voce di Conor a scandirne le note.

3 ““ LOVER I DON’T HAVE TO LOVE

2002, da “Lifted or The Story Is in the Soil, Keep Your Ear to the Ground”

Ed eccoci al podio, dove non poteva mancare questa perla. Un brano tanto tenebroso quanto irresistibile, uno di quelle canzoni che ti catturano al primo ascolto e ti costringono al continuo repeat. Sound tentacolare che affascina ancor di più ascolto dopo ascolto.

2 – FOUR WINDS

2007, da “Cassadaga”

Immancabile singolo di successo contenuto nell’album probabilmente meno incisivo dei Bright Eyes e a parer mio ingiustamente sottovalutato. Un ottimo disco che ebbe recensioni da discreto/buon disco.

1 ““ FIRST DAY OF MY LIFE

2005, da “I’m Wide Awake, It’s Morning”

Dai, era scontata la vetta della classifica. Nessuna sorpresa dunque. Arpeggi di Conor assolutamente perfetti accompagnati da un delicato e toccante testo romantico e da un bel videoclip…“This is the first day of my life/I’m glad I didn’t die before I met you”.

Credit Foto: Amelie Raoul