Sono stati anni impegnati gli ultimi due per le Ohmme, mesi di tour e paesi visti di sfuggita dal finestrino prima di suonare. Un periodo concitato ed eccitante che ha influenzato e plasmato questo secondo disco, registrato tra New York e il Wisconsin con l’aiuto del batterista Matt Carroll.

La passione per le chitarre che Sima Cunningham e Macie Stewart avevano scoperto in “Parts” continua anche nell’album numero due anzi ne esce rafforzata, amplificata. “Fantasize Your Ghost” è studiato appositamente per far risaltare la loro parte selvaggia, spiritosa e divertente.

Dieci brani che fanno venire in mente film come “Lost In Translation” di Sofia Coppola: stesso senso di straniamento racchiuso tra le note, stesso equilibrio tra frenesia e tranquillità  tipico di chi è sempre in viaggio, come racconta bene il video del singolo “3 2 4 3” diretto da Alejandra Villalba Garcà­a.

L’alchimia tra le voci delle due ragazze di Chicago è ancora una volta la marcia in più di un disco che si spinge lontano, forse più di quanto avevano pianificato. Molti e complessi gli arrangiamenti realizzati insieme al produttore Chris Cohen (“Flood Your Gut”, “Twitch” o “Spell It Out” ad esempio) che si alternano ad armonie frammentate che poggiano su pochi accordi ripetuti e ritornelli tormentone come quelli di “Selling Candy”, “Ghost” o “The Limit”.

Non è semplice creare qualcosa di particolare in ambito indie rock. Le Ohmme hanno il merito di provarci con un mix di candore e grinta, distorsione e melodia, rumore puro e calma inaspettata come nel finale sospeso tra la sperimentale “Sturgeon Moon” e il ritorno a casa tanto atteso in “After All”. Dimostrano ancora una volta di essere una band vivace e interessante, che merita l’attenzione che sta ricevendo.

Credit Foto: Alexa Viscius