Il percorso di Maroccolo arriva al Volume 4, destreggiandosi tra terreni onirici dai contorni sfocati e seguendo la visione sperimentale tracciata sin dal primo volume. In questa quarta uscita ad accompagnarlo ci sono i fedeli compagni come Edda, Giorgio Canali, Umberto Maria Giardini (con il quale in “E mentre tu giri giri giri io ti guardo” concepisce un brano particolarmente riuscito) e L’Aura.

Se il tema dell’album è la mente, in particolare la follia, folli sono anche alcune scelte stilistiche, dai suoni orientaleggianti in “Echi” (insieme a Flavio Ferri) alla cover di “Sognando”, con il felice apporto di Don Backy ed Edda; spicca “Lettera di Ida Dalser” sia per la personalità  di Canali nell’interpretare la narrazione, che per l’ambiente sonoro ostinato dovuto dall’effetto goccia che si insinua nella mente, ma l’impatto fondamentale è dovuto al testo tratto dalla lettera di Ida (amante di Mussolini con il quale ebbe un figlio, ma politicamente scomoda e per questo rinchiusa in un manicomio a Venezia, su questa linea è doveroso citare il film “Vincere” di Marco Bellocchio), che porta alla riflessione nei confronti della violenza contro chi non è allineato al regime (in quel caso) o al pensiero comune (oggi): narrazioni artistiche di livello, coraggiose e, per quanto sembrerebbe tutto già  detto o già  sentito, innovative, fatte da un artista che non sembra mai accontentarsi e deciso a mettersi continuamente in gioco cercando collaborazioni tra passato e presente, con l’incantevole voce di L’Aura a primeggiare in “Ogni Luce”.

Lontano dalle consuete logiche formali, Marok passa dall’elettronica cruda alla delicatezza del pianoforte, soffermandosi su colonne sonore mentali (“Hotel Dieu” con Theo Teardo) e tagliando l’ascolto con spinte rock (“T.S.O. X”): il progetto “Alone” continua il suo percorso di crescita, lasciando curiosità  sul seguito.