Qualcosa si muove nel variopinto mondo dei June Of 44 che mancavano, discograficamente parlando, da ventuno anni. “Revisionist” pubblicato dall’americana Broken Clover in partnership con La Tempesta Dischi vede i paladini del post rock e del post hardcore recuperare e rielaborare otto tracce tratte da “Anahata”, “In The Fishtank 6”, “Four Great Points”. Pezzi realizzati in fretta che Jeff Mueller e Sean Meadows sentivano il bisogno di sviluppare ulteriormente, più un inedito e due remix.

Il passato con cui fare i conti, “A Past To Face” giusto per citare la traccia mixata da John McEntire (Tortoise, The Sea And The Cake) che divide in due il disco con cui i June Of 44 chiudono un capitolo della loro carriera. Vera protagonista di “Revisionist” è “Cut Your Face” a cui sono variamente ispirati i due remix e che possiamo ascoltare in versione primitiva (nome in codice “Paint Your Face”).

I Matmos e McEntire propongono un sound corrosivo e minimale, che considera la traccia originaria come un punto di partenza su cui costruire e improvvisare, isolando e distorcendo voci e strumenti fino a renderli quasi irriconoscibili. La prima versione di “Cut Your Face” registrata da Bob Weston nel 1996 in particolare finisce tra le mani di McEntire e viene decostruita, scomposta e ricomposta in ogni sua singola parte.

Un paziente lavoro di bisturi e cesello in cui si cimentano anche Fred Erskine, Sean Meadows, Jeff Mueller e Doug Scharin. Il revisionismo dei June Of 44 si esprime infatti tra fedeltà  al passato (“ReRecorded Syntax” specchio di “Recorded Syntax” nella grana di basso, batteria e chitarre con una parte vocale più definita soprattutto nei backing vocals) e piccole rivoluzioni che mettono in evidenza la nuova maturità  raggiunta da un quartetto che sceglie di riproporre brani già  editi riarrangiandoli in modo decisamente composto, ordinato.

“Generate” diventa meno distorta e psichedelica. “No Escape, Levitate” rielabora “Escape of the Levitational Trapeze Artist” ripulendo ogni parte con cura, addomesticando con grinta uno dei brani di “Anahata” che Mueller meno gradiva. “Post-Modern Hereditary Dance Steps” riavvolge il filo di “Modern Hereditary Dance Steps”. Due minuti compatti, taglienti, dove le chitarre furoreggiano contrapponendosi al brano strumentale che abbelliva “In The Fishtank 6”.

Stupisce la nuova “Cardiac Atlas”. Sette minuti e mezzo invece dei cinque di “Anahata” e un arrangiamento scarno, basato su una singola voce e su una sinuosa chitarra. Una versione più drammatica, meno esplosiva e urgente, da affiancare a quella già  conosciuta. Arriva alla fine “Paint Your Face” AKA “Cut Your Face” inedita, tostissima e compatta, ancora più aggressiva del brano già  noto e amato.

“Revisionist: Adaptations & Future Histories In The Time Of Love And Survival” è un makeover che non cambia la carriera dei June Of 44 e non fornisce indizi sul loro futuro ma riconsegna al mondo delle sette note quattro musicisti affiatati, diversi e uguali a se stessi, perfezionisti fino all’ultimo secondo.