In uscita il 19 febbraio per Rock Action Records, etichetta fondata dagli stessi Mogwai, “As the Love Continues” è la nuova fatica musicale della band scozzese. Prodotto da Dave Fridmann e registrato all’inizio dell’anno, il decimo album dei Mogwai arriva a ben 25 anni di distanza dalla pubblicazione del singolo di debutto “Tuner/Lower”.

Navigare, o forse sarebbe più accurato dire naufragare, nelle acque dei Mogwai è, ed è sempre stata, una potente esperienza introspettiva. Non riducibile al semplice post-rock, la musica di Braithwaite e compagni, è un continuo evolversi e sperimentare ed il nuovo, solido, lavoro della band non fa nient’altro che confermarlo. “As the Love Continues” arriva, infatti, proprio per ricordarci e riconfermarci questo principio tanto semplice, quanto fondamentale e lo fa presentando un prodotto finale dalle infinite sfaccettature.

Se ogni album del gruppo è, effettivamente, un viaggio a sè, possiamo dire con certezza che il primo brano del nuovo disco, “To The Bin My Friend, Tonight We Vacate Earth”, imposta, immediatamente ed efficacemente, la rotta per l’intera durata di “As the Love Continues”. Poche note evocative tra piano e chitarra, alle quali si aggiungono, poco dopo, una batteria ipnotica ed appena accennata. “To The Bin My Friend, Tonight We Vacate Earth” crea piccoli cerchi concentrici che, pian piano, si espandono sempre di più, fino a sfociare in un’esplosione di suono che pone fondamenta solidissime per il resto del disco.

Primo singolo estratto dall’album, “Dry Fantasy”, arriva ad avvolgerci con la sua atmosfera sospesa e molle, avvitandosi tutto attorno ad un tema chitarristico centrale, che sostiene tutto il peso del brano. Accompagnata da un video che ne sottolinea la sensazione di vaghezza e di lontananza quasi aliena, “Dry Fantasy” cede il passo al secondo singolo estratto dall’album: “Richie Sacramento”. Unico pezzo che possa vantare un ritornello quasi accattivante, la canzone è, di sicuro, un altro perfetto centro effettuato dalla band. Interamente cantata, “Richie Sacramento” riecheggia di rimpastati toni shoegaze che, anche se risultano, in un certo qual modo, già  ascoltati nei dischi precedenti, restano comunque sempre efficacissimi.

“Fuck Off Money” e “Ceiling Granny” sono, indiscutibilmente, la punta di diamante di “As the Love Continues”. Se la prima vede Barry Burns trasformarsi in una specie di robot che intona una serenata spaziale, “Ceiling Granny” è, di sicuro, l’inaspettato pezzo grunge per antonomasia.

Altra cosa che i Mogwai non si sono fatti mancare nella realizzazione di questo decimo album, è stata la scelta d’impreziosire ulteriormente alcuni brani, grazie ad apprezzabilissime collaborazioni. Atticus Ross contribuisce a “As the Love Continues” sfoderando archi e synth in “Midnight Flit” e creando, così, un perfetto contrasto con le chitarre circolari e fluttuanti tipiche della band. Colin Stetson, invece, arricchisce “Pat Stains” grazie al suo sax, irrorando il brano di mistero e trasformandolo in una colonna sonora potenzialmente perfetta per un noir.

“It’s What I Want To Do, Mum” chiude l’album, lanciandosi in una mite rincorsa verso il cielo. Ѐ solo con l’ultimo brano del disco, che i Mogwai, si concedono, finalmente, di giocare il classico crescendo, infallibile cavallo di battaglia che li ha resi ineguagliabili nel loro genere.

L’impronta tipica e coerente dei Mogwai risulta più che evidente per tutta la durata di “As the Love Continues”, tuttavia, se si ascolta il disco un po’ più attentamente, si possono notare forme di una musicalità  nuova ed inattesa. Forme che riescono a legarsi ed armonizzarsi perfettamente all’interno della discografia della band, proprio come farebbero i tanti pezzi di un unico, formidabile, puzzle.

Insomma, l’amore per la musica e per il fare musica continua per gli instancabili Mogwai che, invece di tirare le somme di una già  riuscitissima carriera, si cimentano nella creazione di un decimo album di un livello e di una compiutezza rarissimi. “As the Love Continues” è, senza alcun dubbio, l’ennesima prova straordinaria di una band che non conosce età  o etichette.

Credit Foto: Antoy Crook