I Guerrieri (come li chiamiamo, con tanto affetto, io e il carissimo Stefano Bartolotta) esordivano, con tutta la loro grinta ed esuberanza, 25 anni fa con questo album omonimo che ne metteva in luce pregi e difetti. Le loro esibizioni live incendiarie avevano lasciato il segno e così la Heavenly decise di spendere un po’ di soldini per loro. I ragazzi ripagarono le aspettative con un disco sanguigno e combattivo, ma con all’interno anche alcune ballate intrise di un romanticismo genuino e immediato. Stiamo parlando di una band gioavanissima, non dobbiamo dimenticarlo e allora questo mix tra le melodie vincenti di casa Oasis e la rabbia adolescenziale di un Joe Strummer agli esordi ci stanno alla grande e non venite a dirmi che da giovincelli non avete provato a fare i romanticoni, magari in modo un po’ scontato e goffo, ma con tutta la passione possibile…insomma i Northern erano proprio così, degli adorabili teppisti dal cuore d’oro. E noi li amavamo proprio per questo.

A dirigere le operazioni c’è il buon Dave Eringa ma sopratutto James Dean Bradfield dei Manics, uno che se ne intende di rabbia adolescenziale. La loro bravura sarà  proprio quella nel riuscire a incanalare anche in studio la grinta e l’intensità  che i Northern mettevano nei loro live. Missione compita, perchè pur con una capacità  innovativa prossima allo zero, i nostri Guerrieri gettano il cuore oltre l’ostacolo e compensano con l’energia e melodie pazzesche un songwriting che qualcuno potrebbe definire fin troppo semplice.

Il disco è tutto un rincorrersi di bordate pop-rock, “Livin’ It Up”, “Memories” o “Rollercoaster”, che si alternano a morbidezze come “Town”, “Living In The Red” o la struggente “Moods”. Guitar-rock immediato, che entra subito in circolo, che spinge a unirsi sotto il palco, senza voce e con il braccio alzato, candando le sfighe e le passioni che ogni ragazzo, inglese o italiano che sia, ha sicuramente provato. “From A Window” resta mirabile esempio di come i nostri sapessero piazzare pugni pop da KO, ma occhio anche alle sorprese di mid-tempo come “Kicks” o “Head Under Water” che salgono di tono grazie al preciso lavoro ritmico e chitarristico, ma sopratutto grazie all’urgenza espressiva del buon Leon Meya che sembra stia cantando la canzone della vita ogni volta, eroico, davvero epico con eroismo! Poi vabbè, se mi chiedeste qual è il mio brano preferito vi direi “Waiting On” ma il perchè lo tengo per me…pelle d’oca ogni volta che la sento.

Ho conosciuto di persona i Northern nei loro tour (acustici) in Italia: persone adorabili. Il tempo è passato anche per loro da questo esordio, ma quell’animo indomito da guerrieri è sempre presente. E questo ce li rende adorabili.

Ps: Un pensiero doveroso a Jeff Fletcher, chitarrista della band, presente in questo album, venuto a mancare 7 anni fa in un tragico incidente.

Pubblicazione: 29 aprile 1996
Registrazione: Monnow Valley Studio a Monmouth
Genere: Indie-rock, Brit-pop
Label: Heavenly
Produttori: Dave Eringa e James Dean Bradfield

Tracklist:
1. From A Window
2. Rough Boy
3. Town
4. Kicks
5. Breakthrough
6. Memories
7. Waiting On
8. Livin’ It Up
9. Head Under Water
10. Moods
11. Rollercoaster
12. Living In The Red