LaPara è il progetto lo-fi pop di casa Costello’s Records (anche se l’EP è interamente autoprodotto), che nasce dall’esigenza espressiva di Rebecca, voce del gruppo, durante gli interminabili e circolari giorni della prima quarantena.
L’EP è uscito lo scorso 23 Aprile e prende il nome di “Tutti Gli Animali Del Mondo”, facendo riferimento, “a quelli che stanno nella testa, quelli che si nascondono sotto al letto o dentro l’armadio e se ne stanno pronti ad aspettare il buio”.

Lo sappiamo, la quarantena e tutto quell’isolamento, tutto quel tempo libero, ci hanno costretti a fare i conti con noi stessi. A interrogarci sulle nostre insicurezze, le nostre paure, finendo col sentirci ancora più terrorizzati poichè spesso le risposte non si trovano, o quantomeno non ci sembrano soddisfacenti.

Quindi perchè non esorcizzare il tutto con della musica? I mezzi di oggi ci permettono di poter potenzialmente creare uno studio in cameretta, in salotto, dovunque. Ed è quello che è acceduto a Rebecca che, assieme ai suoi fidi compagni d’avventura incontrati rigorosamente via Zoom, (parliamo di Giacomo Gelati degli Altre di B. che ha curato le produzioni e di Luca Lovisetto aka Baseball Greg che si è occupato del mastering), ha registrato i 5 brani dell’EP facendo la spola tra la cameretta e il salotto del suo appartamento.

Il risultato è delizioso.
Il fattore lo-fi è evidente e credibile, ma nel senso di homemade non di mainstream tipo le playlist live infinite che troviamo spammate ovunque su YouTube.
Ci sono delle interpolazioni di vita reale, come risatine o voci di bimbo in sottofondo, che danno all’EP quell’odore di “torta della nonna” che ti avvolge e ti fa sentire a casa già  dalla tromba delle scale. La voce è   distesa, riverberata un pizzico e completamente scevra di qualunque fronzolo o artificio virtuosistico: Rebecca canta e si fa accompagnare da piano, batteria, chitarra acustica – che la fa da padrona come ogni indie tune che si rispetti-, e ci regala un quarto d’ora di musica leggera, anzi leggerissima.

Tracce che, personalmente, consiglierei sono: “Plastica”, papabile sottofondo di falò estivi (speriamo!), e “Traballa”, che ha un giro d’accordi che mi fa venire l’istinto irrefrenabile di alzarmi in piedi e improvvisare un balletto sghembo, da sola, in mezzo alla strada.