I King Gizzard and The Lizard Wizard a neanche tre mesi di distanza dal loro ultimo album “L.W” fanno uscire il loro nuovo album “Butterfly 3000” per la loro etichetta KGLW. Questo periodo di pandemia e chiusure si vede ha fatto bene alla band australiana: sembra proprio che non abbiano intenzione di fermarsi nelle loro costanti uscite, ma hanno dato una nuova vena al loro sound. Quest’album, infatti, prende una via un po’ più verso l’elettronica, senza perdere però il tocco psichedelico che li caratterizza.

Stu Mackenzie, Ambrose Kenny-Smith , Cook Craig , Joey Walker , Lucas Skinner , Michael Cavanagh   e Eric Moore   che è anche il manager, restano comunque unstoppable e chissà  cosa succederà  ai loro prossimi concerti, con tutte queste canzoni nuove, il pubblico sarà  in delirio.

Per questo diciottesimo album i King sembra abbiano deciso di fare un viaggio nel continente asiatico. Aromi di Cina e Giappone alleggiano per tutto il disco, unendosi a note acide e kraftwerkiane.

La prima canzone “Yours” parte molto dolcemente con delle tastierine liquide che ti fanno muovere il bacino senza accorgertene, un po’ file rouge del disco questa danza improvvisa che il tuo corpo fa ascoltando questo album. Con “Shanghai” ci si proietta nel mondo asiatico, si crea come una fusione tra la voce e le tastiere. Non si riesce quasi a distinguerle, avvolgenti e trascinanti. “Dreams” alterna dell’elettronica pesante a suoni   che farebbero da perfetta colonna sonora alla fioritura dei ciliegi.    “Blue Morpho” e “Interior People” proseguono la via dei ciliegi ma la parte di elettronica si fa più strada e diventa vorticosa.

“Catching Smoke” 6 minuti e 29 secondi di trip nipponico assurdo. Finalmente esce di nuovo, con”2.02 Killer Year”, la vena più psichedelica , immaginarsela suonata in qualche club di Berlino non è per niente male, magari in una boiler room. In “Black Hot Soup” e “Ya Love” l’anima dei KGLW torna preponderante e ci ricorda i due album scorsi “K.G.” e “L.W”. Un climax di suoni viaggianti, chitarra e tastiere si amalgamano e senza fare nemmeno una pausa si arriva alla chiusura dell’album con : “Butterfly 3000”.   Cosmica, con quel pizzico di agrodolce che caratterizza tutto il disco.

Visto l’andamento e la costanza della band, che non è per niente incline a riposare, ci aspettiamo qualcosa di nuovo anche in autunno. Comunque sia, intanto godiamoci questo piacevolissimo nuovo passo: è sempre intrigante ascoltare i King Gizzard and The Lizard Wizard  e soprattutto vagare con la mente (grazie a loro) in viaggi fantastici.