Dopo l’ottimo “Best Of Luck”, uscito nel febbraio dello scorso anno e prodotto da Ben Harper, Christopher Paul Stelling ritorna con questo suo sesto LP.

Dopo aver dovuto cancellare tutte le date a supporto del disco precedente (incluso alcune in Italia), Stelling ha potuto solamente concentrarsi sulla scrittura di nuovo materiale, mentre il mondo stava cambiando per tutti ed era difficile capire cosa sarebbe successo dopo e come poter costruire un futuro: nel frattempo il suo contatto con la Anti- Records, dopo tre album, si era concluso e il musicista residente in North Carolina, invece che cercarne uno nuovo, ha preferito chiedere aiuto ai suoi fan attraverso un crowdfunding su Kickstarter per creare questo nuovo lavoro, ottenendo sin da subito ottime risposte.

Scritto ed eseguito interamente con la sua chitarra, “Forgiving It All”, gode ovviamente di un certo senso di intimità  e lascia trasparire i sentimenti che il folk-singer nativo di Daytona Beach, Florida sta provando in questo periodo così difficile in cui ha perso anche l’amata nonna.

“Cutting Loose”, pur dolorosa, è incantevole e toccante con quei suoi arpeggi veloci e quella grande passione che ritroviamo nella pur malinconica voce di Christopher.

“WWYLLYD” – che sta per “when what you love lets you down” – ci ricorda un certo Bob Dylan o, se vogliamo fare paragoni più recenti, The Tallest Man On Earth o The Natvral, la nuova “versione” del sempre fantastico Kip Berman: amara, ma incredibilmente sincera, la canzone ci ricorda come non siamo i soli a soffrire nel mondo.

La morbidezza della title-track “Forgiving It All” ci fa riflettere e invita ad accettare anche le proprie imperfezioni, mentre “For Your Drive” è un pezzo strumentale di tre minuti in cui Stelling mette in luce tutte le sue doti tecniche.

Il suo finger-picking leggero e il cuore che il musicista nativo della Florida sa sempre mettere nella sua musica rendono “Forgiving It All” un lavoro intimo, sincero e speciale, che si lascia aprezzare e che serve per dare speranza e allevviare, pur per i suoi brevi trenta minuti, il dolore di questi tempi così duri per tutti.

Credit Foto: Joshua Black Wilkins