E’ passato ormai tanto tempo da quel 2017 in cui avevamo visto Andy Shauf per ben due volte nel giro di due mesi, prima al Mattatoio di Carpi (MO) a febbraio e poi nella prestigiosa location del Teatro Regio di Parma a giugno e in entrambi i casi le nostre sensazioni erano state davvero molto positive.

Approfittiamo di questo lungo weekend del 25 aprile per andare a rivederlo in Olanda: ritornato per la prima volta in Europa dopo la pandemia, il canadese sta già  ottendendo notevoli riscontri positivi e anche qui al Tivoli, grandissima venue multi sala di Utrecht, la risposta non è inferiore con i biglietti per il concerto che sono terminati ormai da numerose settimane.

Il musicista nativo del Saskatchewan presenterà  in questa occasione ben due LP, “The Neon Skyline” e “Wilds”, usciti rispettivamente a gennaio 2020 e a settembre 2021 e per ovvi motivi non ancora presentati dal vivo ai fan europei: accompagnato da una band composta da ben cinque elementi, Andy sale sul palco quando sono passate le nove solo da pochissimi minuti.

Ad aprire il set è “Neon Skyline”, opening-track anche del suo penultimo album: quello che ci colpisce immediatamente nella sua musica è il tocco leggero della strumentazione. Accompagnata da un velo di malinconia, la sua voce esprime una grande delicatezza, mentre agli elementi folk semplici vanno ad aggiungersene altri jazzy come le morbide percussioni e gli eleganti fiati.

E’ poi “Judy (Wilds)” a proseguire il cammino: il brano, che parla della relazione con la sua ex fidanzata, non ha mai bisogno di forzare, anzi la morbida voce di Shauf è sempre molto gentile e sa creare atmosfere dai toni dolci.

Introdotta dal tenero suono dei fiati, “Where Are You Judy” è una vera prelibatezza folk e, mentre il clarinetto crea leggero senza limitazioni, la batteria aggiunge ritmo e raffinatezza al pezzo.

C’è ancora spazio per i fiati in “Twist Your Aankle”, un altro piccolo gioiello in cui è solo un drumming più deciso ad aumentare la velocità  seppure in maniera non significante.

Mentre l’intrigante lavoro della batteria cerca di spingere verso l’alto in “Living Room”, dando una maggiore vivacità  a questo elegante pezzo, non vengono però a mancare i fiati che impreziosiscono i pur malinconici vocals del musicista del Saskatchewan.

E’ poi la volta di “Quite Like You” con quelle sue deliziose melodie folk romantiche e malinconiche, scritte per la maggior parte con il piano.

Non puo’ mancare infine il vecchio singolo “The Magician”, estratto da “The Party” (2016), dove il clarinetto si muove gentile e raffinato: è solo nel finale che il brano diventa più rumoroso, ma la sua gentilezza non viene mai a mancare.

Poco più di un’ora per un concerto prezioso, in cui Shauf, attraverso le sue canzoni sincere e morbide, ha saputo deliziarci con un’eleganza e una delicatezza davvero rare in questi giorni: usciamo dalla venue di Utrecht confortati dal calore e dall’intimità  che siamo riusciti a percepire dalla musica del canadese.