E’ intenso post-rock che si apre a paradisi dream-pop e shoegaze quello che troviamo in “Picturesque”, il secondo album dei MOLLY, guidati da Lars Andersson e dal batterista Phillip Dornauer.

Credit: Press

I Sigur Rós certo fanno parte del loro bagaglio musicale, ma gli spazi suggestivi che riescono ad evocare non si limitano a copie di sensazioni già  tracciate dagli islandesi. Qui la band potenzia la sua scrittura e dimostra personalità  e passione in un disco capace di lasciarci senza fiato, incantati da tutto quello che stiamo assaporando, bisognosi di aumentare gli ascolti perchè ci rendiamo conto di come molte cose appaiano successivamente.

Attenti tanto alla forma canzone, quanto a tratteggiare emozioni, con un livello evocativo altissimo, i MOLLY dipingono magie romantiche e suggestive fin dalla copertina. Il suono è stratificato, abbracciando momenti che vanno a toccare lo shoegaze, ma anche dilatate partiture che ci trasportano su leggere nuvole. Fragilità  e potenza, ecco le due parole che più ricorrono nell’ascolto di questo album. I brani sono lunghi, a volte sembrano delle vere e proprie suite divise in più parti.

C’è un tocco di sacralità , qualcosa che arriva dall’anima, dallo spirito, in alcune parti (pensiamo alla magica “Sunday Kid”), come se c’immaginassimo di essere in una chiesa, ad una funzione religiosa, forse, ma sicuramente a una celebrazione di qualcosa, fossero anche i più nobili sentimenti che devono essere espressi e portati alla visione pubblica.

I ritmi sono lenti e ci inducono a guardarci intorno, per cogliere ogni sfumatura della voce (davvero celestiale in più frangenti), ma questa cura che ci viene richiesta ci fa cogliere al meglio ogni climax che si apre davanti ai nostri occhi, musicale ed emozionale (“The Golden Age” da questo punto di vista è imbattibile).

Già  questo che vi ho scritto potrebbe bastare a tracciare le coordinate celestiali di un disco sublime che merita l’8 in pagella, ma, mi ripeterò, quello che davvero apprezziamo e ci fa venire i brividi è proprio la padronanza assoluta dei contrasti, proprio fra i brani stessi in tracklist: la potente, sonica e suggestiva “Ballerina” a cui segue il sogno impalpabile e dilatato di “Metamorphosis”, l’evocativa “So To Speak” e, subito dopo, la martellante, ipnotica e marziale “The Lot”.

“Picturesque” è una favola in musica, accattivante, struggente, celestiale e capace di coinvolgerci completamente; “Picturesque” è un tempio sonoro in cui mente e vista si perdono, catturati costantemente e tutto si amplifica, per farci toccare con mano sensazioni uniche.

Il primo grande album del 2023 è già  qui.