Si torna sempre nei posti dove si è stati felici, e così dopo una sera di noise abbastanza tirato con Gilla Band, vado a farmi fare un nuovo timbro di ingresso al Biko, storico Arci milanese.

Stasera suonano i Porridge Radio, gruppo ““ anche se sarebbe più onesto definirli un progetto di Dana Margolin – di Brighton attivi dal 2015.

Arrivo che la tedesco-australiana Hachiku, che di nome fa Anika Ostendorf, sta già  suonando in un locale è bello pieno senza essere soffocante.

Lei è una tatona. Punto. Suona canzoni intimistiche, ha gli occhiali spessi come me (ciao compagna di miopia, ti capisco molto bene, però dai, siamo carine con gli occhiai spessi) e racconta cose super pucciose, come “ho lasciato il microfono in australia, ho chiesto a mio papà  di comprarmene uno, lo ha preso su e-bay però dai, funziona”.

Alle 22.30, finalmente, i Porridge Radio. L’unica pecca del Biko ““ conosciuta da tutti ““ è il palco davvero molto basso, per cui ad eccezione delle prime file non si vede molto bene (sì, è una giustificazione per le foto brutte, fate finta di niente e passiamo oltre).

Il palco è tenuto da Dana Margolin, voce e chitarra, ma è talmente carismatica che potrebbe essere voce e qualsiasi cosa o semplicemente qualsiasi cosa.

Il concerto sarà  dedicato soprattutto al loro ultimo lavoro uscito quest’anno, “Waterslide, Diving Board, Ladder to the Sky“, con qualche incursione nel passato e una cover inaspettata.

La prima parte del concerto è ordinata, lineare, scorre bene, le canzoni sono in linea con quel che ci si potrebbe aspettare. Insomma, una serata piacevole anche se non indimenticabile.

E poi c’è il momento SBRAM, che arriva con “Birthday Girl”. Non so come altro definirlo, ma il live assume tutto un altro aspetto, diventa molto più potente, più denso, il coinvolgimento è totale, e la cosa incredibile è che non è stato ““ come spesso accade ““ un crescere costante, ma piuttosto un’esplosione.

Siamo totalmente rapiti da questa seconda parte, che con “U Can Be Happy If U Want To” e con “The Rip” conquista totalmente il pubblico.

Gli encore di aprono con una sorprendente “You Are A Runner And I Am My Father’s Son” dei Wolf Parade mentre l’ultimo brano sarà  “Sweet”, dal precedente album.

Suonano poco più di un’ora. Io ““ personalmente – ne avrei voluto ancora di più, anche se posso dirmi molto contenta e soddisfatta della serata e credo di non essere la sola a essere uscita dal locale con la certezza di aver investito al meglio questo giovedì milanese.