Gli October Drift sono una di quelle band che hai sempre voglia di ascoltare, non importa lo stato d’animo, non importa l’occasione, non importa la compagnia, loro sono sempre lì a tenderti quel sound oramai assolutamente riconoscibile benchè prima facie potrebbe sembrare non rivoluzionario. E probabilmente non lo è. Tuttavia la loro musica è diventata magnetica, non ti molla e ti appaga…e questo con soli due album e mezzo!

E si perchè anche con la difficilissima seconda prova sulla lunga distanza la compagine di Tauton – formata dal vocalist e frontman Kiran Roy,  da Chris Holmes  (batteria),  Alex Bipsham  (basso) e Daniel Young (chitarra) – ne esce più che vittoriosa e, a tratti, anche meglio del clamoroso debutto “Forever Whatever” del 2020. Anticipato da ben quattro singoli nel corso di quest’anno che hanno rivelato le intenzioni del quartetto britannico, “I Don’t Belong Anywhere” riprende dalle sonorità  lasciate in eredità  dall’esordio per riproporre con la stessa vigoria un graffiante alt-rock racchiuso in dieci tracce intrise di sincerità  ed immediatezza.

L’opener “Airborne Panic Attack” scelta anche come primo singolo, sprigiona un punk-rock ossessivo che conduce alle successive trame nostalgiche di “Waltzer” dove le chitarre in odore di primipari Smashing Pumpkins aprono ad ariosi cori. Nel corso dell’intervista rilasciata al nostro sito in occasione dell’uscita del mini album acustico “Naked EP”, Kiran ci aveva anticipato come il nuovo album sarebbe stato “much electric” e, in effetti, roboanti chitarre caratterizzano il leitmotiv del record che riversano nel trittico, formato da “Insects”, “Lost Without You” e “Webcam Funerals”, uno sfrontato e devastante post-grunge al quale si contrappone un emozionante quanto poderoso nu-gaze che, dapprima si mostra nella cupa “Ever After”   e, poi, con le trame allucinogene della successiva “Feels Like I’m Home”.

I trentotto minuti di cui si compone il disco arrivano in fondo con tanto entusiasmo portandosi dietro dieci sorprendenti e contagiose hit contornate da ritornelli pop-rock decisamente earworm, che probabilmente raggiungono il loro punto più alto nella sublime e avvincente “Parasite” che darà  il meglio di sè, come tutto l’album d’altronde, nelle esibizione on-stage, habitat naturale della band del Somerset.

Non deludono nemmeno le superbe melodie delle ballad con le note di “Bleed” che omaggiano gli amici Editors e con la closing track “Old & Distant Memory” che si prende il posto di “Naked” in questo riuscitissimo sophomore.

Gli October Drift non necessitano di ulteriori conferme, convincendo senza alcun dubbio anche con questo “I Don’t Belong Anywhere”.