è arrivato il momento del debutto sulla lunga distanza per gli Haunted Youth, una band belga di belle speranze capeggiata dal ventinovenne Joachim Liebens. Più che un semplice album, “Dawn Of The Freak” è la sua personalissima lettera d’amore ai due generi che più lo hanno segnato per quanto riguarda stile e atmosfere. Dream pop e shoegaze sono i paradigmi di un disco dai toni leggeri, sognanti, malinconici ma mai deprimenti, caratterizzato da un livello di accessibilità  tale da renderlo digeribile anche agli ascoltatori che, indifferenti alle etichette, sono alla semplice ricerca di un lavoro ricco di melodie cesellate ad arte.

L’elemento shoegaze nel progetto The Haunted Youth, in realtà , si limita a una serie di influenze citate in prima persona da Liebens. I nomi sono sempre gli stessi: Slowdive e My Bloody Valentine tra i giganti del passato; DIIV per restare coi piedi ben saldi in un contesto moderno che ha grande rilievo anche per il gruppo belga.

Gli effetti, che pure non mancano, non affogano la musica degli Haunted Youth in un mare di eco, riverbero e distorsione. I suoni puliti e delicati avvicinano “Dawn Of The Freak” all’universo dell’indie pop più raffinato, minimale e a suo modo radiofonico, con un’attitudine lo-fi che riguarda lo stile del lavoro di Liebens ““ un artista giovane ma già  maturo, che predilige l’essenzialità  e riesce a comunicare anche con piccole sfumature e spazi vuoti – ma non tocca in alcun modo la resa sonora dell’opera, che forse è persino troppo definita per i canoni del genere.

Il perfetto amalgama di sintetizzatori e chitarre elettriche permette agli Haunted Youth di dar forma a canzoni in costante equilibrio tra delicatezza e impatto. è la tenerezza a giocare il ruolo da protagonista, seppur non siano assenti parentesi di energia. Ma anche i brani più rock, nei quali si avverte un certo retrogusto alla The War On Drugs, risultano essere soffici. Molto è legato alla voce vellutata di Joachim Liebens che, quando canta, sembra dimostrare molto meno dei suoi ventinove anni.

Nel complesso “Dawn Of The Freak” convince e fa sperare in un futuro roseo per gli Haunted Youth che, anche se un po’ troppo scolastici nel loro approccio a un dream pop moderno e imbellettato, riescono a regalarci ottimi pezzi come “Teen Rebel”, “House Arrest”, “Coming Home” e la dolcissima “Fist In My Pocket”, una sorprendente ballad acustica in chiave folk.