Nel sempre più sconfortante scenario live romano, resiste un barlume di speranza chiamato Ciampino. In questa ridente località  alle porte della capitale si trova l’Orion, un bello spazio per la musica dal vivo che, nonostante qualche problemino di acustica e un ingombrante pilone su un lato della sala, si è conquistato il titolo di casa del grande rock a Roma e dintorni (d’altronde, in mezzo al nulla che è rimasto, non è che ci volesse molto).

è proprio qui che si è esibito dal vivo Manuel Agnelli, impegnato nel tour di supporto al suo bel debutto solista intitolato “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ad accompagnarlo un gruppo di tutto rispetto: il chitarrista Francesco Antinori e il batterista Daniele Ciuffreda, ovvero i due membri dei Little Pieces of Marmelade finalisti a X Factor; il bassista e percussionista Giacomo Rossetti; la tastierista e polistrumentista Beatrice Antolini. Ottimi musicisti per una formazione più essenziale e, per molti aspetti, meno raffinata rispetto a quella degli ultimi Afterhours. L’Agnelli targato 2022 punta forte su un live all’insegna dell’impatto,   con pochi fronzoli a ostacolare il flusso di energia che si fa particolarmente intenso quando vengono snocciolati i grandi classici della band madre.

I brani del nuovo disco vengono accolti molto bene dal pubblico. Ad aprire le danze è “Severodonetsk”, una canzone dalle sfumature industrial che soffre un po’ per la fisiologica “freddezza” del gruppo appena salito sul palco. I motori però si scaldano quasi subito: “Veleno” e “Non si esce vivi dagli anni “’80” fanno esplodere l’entusiasmo degli spettatori, alcuni dei quali persino troppo esaltati per i miei gusti di persona pacata.

Il cinquantenne tarantolato che ho avuto davanti per buona parte del concerto non è però riuscito a rovinarmi uno spettacolo del quale fatico a trovare punti deboli, se non qualche uscita un po’ strampalata tra un brano e l’altro da parte di Manuel Agnelli – vedi la storiella di Leonardo da Vinci che si inculava i ragazzini (parole sue!) raccontata prima de “La profondità  degli abissi”.

Una parentesi di sana e innocua scorrettezza ridanciana per un’esibizione ricca di momenti davvero molto emozionanti. La delusione che ho provato per una “Male di miele” che mi è parsa un po’ lenta è stata spazzata via dalla bellezza e dall’intensità  di “Quello che non c’è”, “Non è per sempre”, “Bye bye Bombay”, “Voglio una pelle splendida” e “1.9.9.6.”. Questi pezzi in particolar modo resteranno stampati a lungo nella mia memoria. E non solo perchè ci ho fatto le stories su Instagram! Che sia da solo o in compagnia degli Afterhours, Agnelli sa sempre come mettere su un grande show. A fine serata, terminata in maniera magistrale con la sempre commovente “Ci sono molti modi”, siamo andati via tutti soddisfatti. Speriamo di ribeccarci presto qui a Ciampino!