Il mondo delle colonne sonore è un territorio ingiustamente inesplorato, che merita più attenzione di quanta normalmente ne abbia – specie se la mente dietro suddette musiche di sottofondo è la mente di un artista come Aidan Moffat, che ricordiamo principalmente per il suo lavoro negli Arab Strap ma ha ormai avviato da tempo un progetto solista, Nyx Nótt, tornato con un secondo disco:  Themes From.  

Themes From  nasce in realtà  da un’idea piuttosto diversa da quello che è stato il risultato finale: l’idea originale era infatti quella di creare svariati pezzi da 90 secondi ciascuno, concepiti come temi televisivi, quasi come fossero piccoli sketch. Nonostante il concetto dei temi sia rimasto (arrivando a far parte del titolo del progetto finale), Themes From  è un disco coerente che trasporta l’ascoltatore direttamente all’interno di una piccola sala di un cinema degli anni Settanta. Si respira un’atmosfera retrò ma senza clichè all’interno dell’album, a partire dall’iconica copertina: una donna ricambia lo sguardo dell’osservatore mentre sta seduta su un televisore vintage il cui schermo è letteralmente esploso; sullo sfondo, solo qualche candela.

Una visione quasi onirica, strana, che inquieta però tiene incollati: allo stesso modo, le canzoni su  Themes From  suscitano inquietudine, tensione ma anche incredibile fascino: tra gli archi nella malinconica Tearjerker,  il coinvolgente sax in  Caper  e la psichedelia trionfante di Swashbuckler,  Themes From  si presenta come un viaggio negli anni d’oro del cinema di Hollywood, che tra Psycho  Taxi Driver  ha educato intere generazioni di artisti e spettatori insieme, ponendo dei veri e propri standard per l’industria da ogni punto di vista.

In sole otto tracce Moffat  riesce a far sì che siano le immagini a venire in mente all’ascoltatore, non il contrario, al punto che sono le immagini stesse a spaccare lo schermo televisivo rappresentato in copertina dell’album: tanto forte è il potere evocativo della musica di Nyx Nótt. Non è infatti difficile immaginarsi una scena di tensione ascoltando il brano di chiusura Actioner,  o ancora un sensuale spogliarello durante il soft jazz che fa da padrone in Porno. Decisamente un ottimo prodotto, tanto musicale quanto cinematografico.