Dopo otto anni di pausa discografica e con una nuova batterista in formazione (Camille Phillips al posto di Josh Morgan), i Subways tornano finalmente in pista con un album intitolato “Uncertain Joys”.

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Il trio britannico, noto principalmente per il singolone “Rock & Roll Queen” del 2005, prova a riemergere dall’oblio con dodici brani abbastanza lontani dal garage rock con cui si erano fatti conoscere quasi vent’anni fa.

L’energia continua a essere al centro del discorso musicale dei Subways, così come la chitarra elettrica del cantante Billy Lunn che occupa un ruolo da assoluta protagonista nei pezzi più diretti e aggressivi dell’opera (“Incantation”, “Black Wax” e “Fight”).

In generale però “Uncertain Joys” si fa notare per la sua natura squisitamente power pop, con una marea di ritornelli orecchiabili e soprattutto un profluvio di tastiere dal gusto ‘80s. Le troviamo nella ultra-sintetica title track, nella ballad “Lavender Amelie”, nella lunga e articolata “Futures” (che passa dalla psichedelia più dilatata al punk più selvaggio nel giro di pochi minuti) e nelle più tradizionalmente rock “Love Waiting On You” e “Joli Coeur”.

La bassista Charlotte Cooper sembra un po’ in secondo piano rispetto al passato ma è ancora brillante nei cori. Una seconda voce di livello che dona armonia anche ai pezzi più crudi dell’album, vicini alle vecchie passioni garage (“Influencer Killed The Rock Star”, “Swanky AI” e “The Devil And Me”, particolarissima nelle sue oscillazioni tra il country western e l’hardcore melodico). Il disco gira più che bene ma non lascia un segno indelebile nell’ascoltatore. Un piccolo piacere di nicchia che mi sento di consigliare in primis (se non esclusivamente) agli estimatori del rock britannico di inizio millennio.