Quattro anni dopo il più che meritato ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, tornano a farsi sentire i leggendari Zombies. Con il nuovo album “Different Game” la band di Rod Argent e Colin Blunstone, nata nel lontanissimo 1961, ci regala quaranta minuti di piacevole pop rock vecchio stile. Ma forse sarebbe meglio dire vecchissimo stile. Nulla di male, per carità: niente di meglio che godersi un po’ di buona musica ben fatta ma dal gusto antico, di quella che piace tanto a chi vive ancora legato al mito del rock degli anni ’60 e ‘70.

Credit: Press

Tanta classe ma voglia di sorprendere pari a zero. Dimenticatevi pure gli Zombies psichedelici del classico “Odessey and Oracle”. All’interno di “Different Game” non vi è altro che yacht rock di pregevole fattura, raffinato e poco pretenzioso, con contaminazioni blues, folk e soul a rendere il tutto leggermente più interessante.

Le canzoni ruotano attorno alle tastiere e all’organo del maestro Rod Argent, che continua a essere autore di melodie deliziose nonostante una carenza di idee originali che si avverte in maniera palese nella title track, la cui parte iniziale suona pericolosamente simile alla celeberrima “A Whiter Shade of Pale” dei Procol Harum.

La freschezza latita, l’età si fa sentire ma agli Zombies non riusciamo a muovere alcuna critica. “Different Game” è un album assai piacevole, pieno zeppo di buoni pezzi (penso a “Rediscover”, con armonie vocali alla Beach Boys, al pop barocco dell’orchestrale “I Want To Fly” e a ottime ballad come “You Could Be My Love” e “Love You While I Can”) consigliato però quasi esclusivamente a un pubblico maturo.