Stian Schløsser Møller, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

A fine maggio Kevin Morby ha realizzato un nuovo lavoro, “More Photograph (A Continuum)”, una release gemella del precedente, “This Is A Potograph“, uscito lo scorso anno e una sorta di completamento contenente tre nuove versioni di canzoni già note insieme a sei tracce inedite.

Le setlist di questo tour sono giustamente incentrate per la maggior parte sul disco del 2022 e sarà così anche stasera qui nel Cortile del Castello Estense di Ferrara (per il Ferrara Sotto Le Stelle), dove il musicista nato in Texas terrà la sua seconda e ultima data italiana, dopo il passaggio ieri in quel del Giardino della Triennale a Milano.

La venue di oggi è decisamente incantevole e l’atmosfera mette i brividi perché il pubblico romagnolo è circondato da secoli di storia: il cortile è piuttosto pieno di persone di tutte le età (da famiglie con bambini a persone over 50) e, sebbene non ci sia il sold-out, comunque la risposta è davvero buona.

Accompagnato da una band di sette elementi, Kevin sale sul palco pochi attimi dopo le nove e tre quarti, dopo l’esibizione di Macie Stewart, anche violinista e backing vocalist nella sua formazione live.

Il live-show non poteva che iniziare con “This Is A Potograph”, title-track del lavoro dello scorso anno: il piglio è decisamente più aggressivo e rock rispetto alla versione del disco con ritmi molto incalzanti e una piacevole aggiunta dei fiati per una partenza con l’acceleratore sempre premuto sino in fondo.

In “Bittersweet, TN” è proprio Macie a prendere inizialmente i main vocals (nella parte che sull’album era cantata da Erin Rae): sarà la bella voce della Stewart, l’atmosfera malinconica o il ritmo leggero, ma questa canzone, con la sua grande e profonda emotività, riesce a toccare il cuore dei numerosi fan presenti stasera.

Dolcezza e un non so che di reediano, che pervade spesso le canzoni di Morby, caratterizzano “Stop Before I Cry”, un altro pezzo di rara bellezza e incredibilmente romantico: scritto con piano e sax, viene poi impreziosito dal violino e soprattutto da un delizioso e svolazzante flauto, mentre Kevin lancia i petali di una rosa alle prima file.

“Wander”, estratta da “Sundowner” (2020), è decisamente più adrenalinica e aggressiva della sua versione originale con le percussioni che spingono parecchio duro, lasciando poi spazio a una jam di grande qualità.

Kevin dedica alla bellissima città di Ferrara “City Music”, la canzone della sua discografia che più subisce l’influenza dei Velvet Underground: leggera e rilassata, gode di un’atmosfera molto piacevole dai toni dolci-amari e di ottime sensazioni melodiche, lasciando spazio anche a numerevoli assoli chitarristici, prima di scatenarsi in un improvviso flusso di energia in cui la velocità aumenta in modo esponenziale.

Il set si chiude con l’encore composto da due canzoni, l’ultima delle quali è la vecchissima “Harlem River”, ricca di dettagli e di classe, tra cui numerosi assoli di sax, per poi chiudersi con una lunga e folle jam.

Quasi un’ora e mezza in cui Morby ha messo in luce tutte le sue ottime qualità supportato da una band altrettanto eccellente: all’interno di una venue così affascinante, le emozioni sono arrivate dritte al cuore dei fan romagnoli.