Credit: Fabio Campetti

Già bassista dei Woods, storica folk band di Brooklyn, in giro da quasi due decadi, con la quale Kevin Morby ha condiviso un breve periodo, un quadriennio dal 2009 al 2013, passa questa sera da Milano, nella splendida cornice del giardino della Triennale e domani a Ferrara nel cortile del Castello Estense, all’interno della sempre eccellente programmazione di Ferrara Sotto le Stelle; in Italia, anzi in Europa, per presentare l’ultimo disco uscito lo scorso anno, l’osannato “This is a photograph”, per altro riconfezionato proprio da pochissimo, in un ulteriore nuovo lavoro, dal titolo “More Photographs (A Continuum)”, che sa di spin off, ma che in realtà include oltre a tre canzoni già licenziante in altrettante nuove versioni, anche ben sei brani inediti.

Aggiunge, quindi, fieno in cascina ad una carriera discografica, pingue e ricca di produzioni, praticamente otto album in una decina d’anni, che non sono certo poca roba.

Come scrivevo prima, artista osannato dalla critica di settore e con un pubblico sempre più numeroso al seguito, non parliamo ovviamente di una proposta mainstream, siamo nella cosiddetta fascia di qualità, dove non c’è una ricerca forzata a suoni convenzionali, stiamo comunque masticando folk moderno e la reference più spontanea arriva dalla lezione di grandi artisti come Lou Reed ma soprattutto Bob Dylan, tra l’altro in tour in Italia a brevissimo per una manciata di date.

Che dire, Kevin è bravissimo, un patrimonio, per chi ama la buona musica, capita spesso in Italia, ma a Milano, credo sia un pò di tempo che non si facesse vedere.

Dicevo la cornice del giardino della Triennale è il posto migliore per queste atmosfere, location sempre bella e di gran classe.

Credit: Fabio Campetti

La serata è aperta da una giovane cantautrice di Chicago, che fa parte della stessa band che accompagna Morby in tour, parliamo di Macie Stewart, che ha già all’attivo tre lavori ufficiali, dall ‘ultimo “Mouth Full Of Glass”, pesca gran parte del repertorio di questa sera, artista molto interessante, alla chitarra e al violino, campionando la stessa traccia iniziale (a seconda dello strumento), costruendo un piccolo loop, per poi ricamare la canzone , suona un mezz’ora, quindi ritorna al suo posto nella big family.

Kevin Morby on stage per le 22 precise, band di sette elementi, compreso lui, sax e violino, oltre a strumenti più convenzionali, ad impreziosire un repertorio ricchissimo di sfumature, molto classic, ma anche rivisitazione di un songwriting che viene da lontano, ma rimescolato all’attitudine di come si fa musica oggi.

Ci sono un pò tutti i capisaldi della sua produzione riassunti in un’ora e mezza precisa di set, dalla stupenda “Bittersweet, TN” che in studio è stata interpretata dalla divina Erin Rae, qui è la stessa Macie ad onorare con una voce impeccabile uno dei pezzi migliori di tutta la sua discografia, “Five easy pieces” non poteva mancare, ovviamente la title track ad aprire, quella “This is a photograph”, che ha portando tanta meritata fortuna, “City Music”, “Wander”, “Beautiful Strangers” quindi, ancora nei bis, la superlativa e sempre presente “Harlem River”, nove minuti di suite in crescendo.

Affine a tanti artisti di livello, penso agli Wilco come paragone istantaneo per quell’attitudine condivisa, quella missione di portare qualità senza compromessi, Kevin Morby supporta uno di quegli spettacoli veri e sinceri, senza fronzoli per lasciare il segno con la musica che conta.