Credit: Jean-Philippe Pernot

Sono stati annunciati nella giornata di ieri i vincitori dell’edizione 2023 delle Targhe Tenco, storico riconoscimento dedicato alla canzone d’autore istituito dal Club Tenco nel lontano 1984, e assegnato da una nutrita giuria di esperti.

Anch’io faccio parte dei giurati da un po’ di tempo e, come spesso ho fatto, vado anche quest’anno a chiudere il bilancio della rassegna con un articolo riepilogativo di commento sui vincitori.

Per prima cosa mi sento di dire che, scelte personali a parte (che in pochi casi questa volta hanno coinciso con quelli che poi si sono aggiudicati l’ambita Targa), mi pare ci sia poco da obiettare sugli esiti, visto che si tratta di opere assolutamente meritevoli, nel contesto di cinquine finali che tutto sommato non mi avevano fatto gridare allo scandalo.

Ovviamente c’è chi invece ha cavalcato, come sempre accade, certe polemiche, chi ha tirato in ballo fosse tutto deciso a tavolino e robe simili.

Io credo che, al netto di certe rilevazioni anche pertinenti su alcuni criteri di ammissione, questa sia stata un’edizione piuttosto ricca in quanto a proposte, con più di una categoria – come già ebbi modo di sottolineare in un precedente articolo – dove c’era finanche l’imbarazzo della scelta in vista del ballottaggio.

Così è stato in effetti per me, che mi sono trovato in seria difficoltà ad esempio nell’assegnare la mia preferenza nella sezione degli album d’esordio, in quella degli interpreti e in quella degli album in dialetto, tanta era la bontà dei progetti coinvolti, spesso realizzati da artisti che davvero stimo, in primis anche come persone.

Ma nel mettermi poi con estrema serietà a giudicare un disco, ho cercato di dare un voto il più oggettivo possibile, consapevole che la giuria è alquanto composita e che in talune circostanze sarei stato comunque felice di vedere assegnata la Targa anche a un nome che avevo magari in maniera sofferta tralasciato in favore di un altro.

Dopo questa premessa, ecco nel dettaglio i nomi dei vincitori delle Targhe:

MIGLIOR ALBUM IN ASSOLUTO

Il nome di Vinicio Capossela credo non dovrebbe essere in discussione nel momento in cui ci si approccia a un album come “Tredici canzoni urgenti”, eppure è proprio il suo il nome della “discordia”, quello su cui si fa ironia o si passa oltre.

La mia opinione è che, fermo restando ci possa essere una sorta di “pigrizia” in determinati colleghi al momento di votare, assegnando magari la preferenza a nomi noti, non ci sia nulla di anomalo sulla sua (ennesima) vittoria.

Ci stanno ovviamente le idee personali, ci sta che possa non piacere o risultare persino indigesto, ma sul suo valore come artista non c’è tanto da eccepire, così come ripeto sulla qualità di questo nuovo lavoro che, dal mio punto di vista, ha soltanto avuto la pecca, nel raccontare temi di indubbia importanza, di risultare un po’ troppo pesante, e a tratti monocorde, laddove invece Vinicio in passato ci aveva abituati a un notevole eclettismo, mostrando una tavolozza di colori davvero sorprendente.

Anche per me qui non siamo dalle parti di capolavori riconosciuti come “Ovunque proteggi” o “Il ballo di San Vito” ma dal mio punto di vista questo album è ad esempio superiore ad altre sue recenti produzioni.

Ad ogni modo sono solo cinque i voti (52 a 47) che hanno separato il vincitore Capossela dai Baustelle, che con “Elvis” hanno realizzato un album fresco, energico e godibile come non accadeva da un po’, pur non toccando le vette d’ispirazione di passati lavori come “Amen” (quello sì vincitore della Targa come Miglior Album in Assoluto) o “La malavita”.

Terza si è classificata Madame (41 voti), data come principale competitor di Capossela alla vigilia: si è difesa onorevolmente con il suo intenso “L’amore” ma immagino che le polemiche sarebbero state anche maggiori nel caso si fosse alla fine aggiudicata lei la Targa.

Sfiora il podio una rediviva Nada, che si è assestata a 39 voti, autrice di un album interessante quale “La paura va via da sè se i pensieri brillano, mentre ammetto la delusione nel trovare ultimo proprio l’album a cui con piena convinzione avevo dato la mia preferenza, vale a dire “Infinite possibilità per esseri finiti” dell’istrionico cantautore Giovanni Truppi.

Solo 35 giurati hanno pensato di premiarlo: a chi tra i miei lettori non avesse avuto modo di ascoltare l’album lo consiglio vivamente, perché credo che all’interno vi siano disseminate delle autentiche perle.

MIGLIOR CANZONE

Anche qui alcuni commentatori hanno tirato in ballo l’ovvietà, facendo la comoda equazione: c’è Niccolò Fabi in lizza per la Targa, ecco che la vincerà lui!

E’ andata in effetti così ma si può davvero criticare un simile riconoscimento nei confronti di una canzone poetica, profonda, sofferta come Andare oltre?

Eppure si è giocato punto a punto con la seconda classificata, vale a dire La cattiva educazione di, guarda un po’ chi si rivede?Vinicio Capossela con il preziosissimo contributo vocale della talentuosa Margherita Vicario. 55 preferenze a 54 per Fabi, con il sottoscritto che al ballottaggio ha optato proprio per la canzone di Capossela, toccante, da brividi nell’affrontare un tema di così stringente attualità, ma che ahimè riecheggia da troppo tempo, come il femminicidio.

Più staccati gli altri brani finalisti: Non esiste altro di Paolo Benvegnù Malika Ayane (45), Replay di The Niro, a sancire un ritorno coi fiocchi, fermatosi tuttavia a 24 voti, e infine a pari merito a 20 gli outsider di lusso Canio Loguercio con “’A libertà (O respiro d’e ‘pprete”) e Verdena con Nei rami.

OPERA PRIMA

Una categoria che mi sta particolarmente a cuore, in quanto amo vedere cosa si muove dal basso laddove spesso e volentieri nascono e crescono i campioni di domani: ecco, in questo caso siamo di fronte – e posso ben affermare di esserne certo sin da subito – a un nome di sicuro avvenire e dal già fulgido presente, quello dell’artista sarda Daniela Pes.

La sua affermazione con l’album “Spira” in questa rassegna è stata fragorosa, corroborata da ben 66 preferenze, tra cui anche la mia, nonostante avessi alquanto apprezzato anche altri esordienti giunti in finale, soprattutto Claudio Orfei e il figlio d’arte Brando Madonia.

A occupare la seconda piazza del podio sono stati i giovani Colla Zio, già piuttosto noti dopo la partecipazione al Festival di Sanremo ma ancora parecchio acerbi dal mio punto di vista.

Hanno totalizzato con il loro “Rockabilly Carter” 43 preferenze, finendo così davanti a un big come Federico Dragogna, noto leader dei Ministri, (39 voti) al debutto solista con “Dove nascere” e ai due sopracitati Orfei, il cui magnifico disco “My Wonderland” ha raccolto 27 voti, tre in più di Madonia jr. e il suo “Le conseguenze della notte” (24).

INTERPRETI DI CANZONI

E’ questa l’unica categoria dove quest’anno si è assistito a un ex aequo con un totale di 58 preferenze ciascuno per Alice (che in “Eri con me” ha tributato il suo compianto mentore Franco Battiato) e del grande Francesco Guccini, finanche commovente alle prese con “Canzoni da intorto”.

Molto staccati altri album di indubbio fascino e valore come “Joni” di Rossana Casale (39), sulla straordinaria cantautrice Joni Mitchell, “Si ll’ammore è ‘o ccuntrario d’’a morte” di Raiz con i Radicanto (37) riguardo l’opera di Sergio Bruni, e Girotondo De Andrè di Musica Nuda, clamorosamente ultimi con soli 27 voti totali.

Sono stato molto combattuto su chi premiare in questa sezione, scegliendo infine di dare la preferenza al disco di Alice.

MIGLIOR ALBUM IN DIALETTO

Come spesso sottolineo, è proprio questa la sezione che ogni anno mi riserva le maggiori sorprese, dimostrando quanto retaggio culturale, storico e artistico sia riscontrabile in ogni angolo del nostro Belpaese.

Apprendendo il verdetto appare chiaro come gli Almamegretta, un nome una garanzia non solo a queste latitudini, abbiano strameritato di aggiudicarsi la Targa, grazie ai ben 84 voti totalizzati fra i giurati, ma in realtà il pur magnifico “Senghe” non mi sembrava così nettamente migliore rispetto ad altri titoli giunti in finale.

Ad esempio fui rapito sin dal primo ascolto dalla profondità e complessità di progetti molto particolari come “La grande corsa verso Lupionòpolis” di Peppe Voltarelli e Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica di Patrizia Cirulli, che alla fine hanno ottenuto rispettivamente 58 e 47 punti. 

Ma di grande impatto e indubbia qualità risultano essere anche Nun te ne fa del cantautore/poeta napoletano Gnut Uauà. Omaggio in musica a Eugenio Cirese” di Giuseppe Moffa, a cui però purtroppo sono rimaste solo le briciole, avendo essi accumulato rispettivamente 14 e 10 preferenze.

Tra i pochi che hanno dato il loro voto all’artista molisano ci sono anch’io, che ho amato visceralmente questo progetto trovandolo assolutamente rilevante nel panorama della musica italiana tout court, per il suo grande lavoro di ricerca e riappropriazione di un patrimonio della propria Terra.

ALBUM COLLETTIVO A PROGETTO

Per finire la categoria più recente delle Targhe Tenco, quella dedicata agli album collettivi inerente un progetto unitario: erano onestamente pochi i dischi cui porre attenzione e oltretutto tra questi è parso indubbio ce ne fosse uno decisamente sopra la media, anche tenendo conto delle edizioni passate.

Mi riferisco al titolo che poi in effetti con un autentico plebiscito ha ottenuto l’ambito riconoscimento, vale a dire Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza, prodotto da Mimmo Ferraro e Marco Rovelli, capace di raccogliere la cifra monstre di 132 preferenze.

A distanza siderale si piazzano così gli altri due finalisti: Cover me Bruce Springsteen e Music for Change – Collective Album #22, con rispettivamente 41 e 22 voti.

Cala quindi il sipario su un’edizione secondo me molto interessante, segno di una vitalità tangibile della nostra canzone d’autore, certamente in evoluzione a livello anche puramente concettuale, oltre che stilistico, ma assolutamente degna di risalto e attenzioni, soprattutto tenendo conto che, al di là dei nomi finalisti passati qui in rassegna, ce ne sono tantissimi nelle retrovie che meritano senz’altro di essere ascoltati e portati alla ribalta.

Chiudo ricordando l’appuntamento annuale, imperdibile per gli appassionati, della Rassegna della Canzone d’Autore (Premio Tenco), in programma al Teatro Ariston di Sanremo il 19, 20 e 21 ottobre, giornate ricche di eventi dove tra l’altro verranno anche consegnate le Targhe.