Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto

PJ HARVEY – “I Inside the Old Year”
[Partisan Records]

L’ atteso successore di “The Hope Six Demolition Project ” è finalmente tra noi. Sul disco la Harvey, che in alcune interviste aveva svelato le sue ispirazioni musicali del momento (“autori di colonne sonore” come Jonny Greenwood, Mica Levi, Hildur Guà°nadóttir e Ryuichi Sakamoto, oltre al lavoro di Thom Yorke con The Smile, “All Thoughts Fly” di Anna von Hausswolff e il disco del 2020 di Bob Dylan, “Rough and Rowdy Ways”) ha detto:

Penso che l’album parli di ricerca, di esplorazione, l’intensità del primo amore e la ricerca di un significato. Non che ci debba essere per forza un messaggio, ma la sensazione che ricevo dal disco è quella dell’amore, si tinge di tristezza e perdita, ma è amorevole. Credo sia questo che lo fa sentire così accogliente, così aperto. Le nuove tracce offrono uno spazio per riposarsi, una consolazione, un conforto, un sollievo, che sembra essere necessario per i tempi in cui viviamo.

ANOHNI AND THE JOHNSONS – “My Back Was A Bridge For You To Cross”
[Rough Trade]

ANOHNI, nata in Gran Bretagna e residente a New York, descrive il processo creativo di “My Back Was A Bridge For You To Cross”, il suo primo album dopo l’apprezzato “Hopelessness” del 2016, come un lavoro minuzioso, ma anche ispirato, gioioso e intimo, un rinnovamento e una ridenominazione della sua risposta al mondo così come lo vede.

Ho pensato molto a “What’s Going On” di Marvin Gaye. È stato un paragone molto importante nella mia menteAlcune di queste canzoni rispondono alle preoccupazioni globali e ambientali espresse per la prima volta nella musica popolare più di 50 anni fa.

LOCAL NATIVES – “Time Will Wait for No One”
[Loma Vista]

Dopo oltre quattro anni dall’uscita del loro quarto LP, “Violet Street“, i Local Natives pubblicano oggi il nuovo “Time Will Wait For No One” registrato in alcuni studi a Los Angeles e prodotto dal famoso John Congleton (St. VincentAngel OlsenAnna CalviCloud Nothings). Gli statunitensi dicono del disco:

Questo disco è stato realizzato durante un periodo di metamorfosi per noi. I nostri vecchi sé si sono sciolti quando alcuni di noi sono diventati padri, hanno attraversato periodi di isolamento, perdita e crisi d’identità. Gli alti e i bassi che sentivamo nello stesso momento erano così estremi. C’è stato un momento, a metà della realizzazione dell’album, in cui abbiamo suonato uno dei concerti più emozionanti della nostra vita. Uno spettacolo tutto esaurito al Greek Theater di Los Angeles, la nostra prima esibizione in quasi due anni, non sapevamo se sarebbe stata l’ultima. Come singoli e come band, eravamo sull’orlo del collasso. Il tempo scorre incontrollato, i cambiamenti sono incessanti e le persone che ami sono le uniche costanti. Da quella presa di coscienza abbiamo sciolto tutto per ricominciare, e abbiamo avuto il periodo più prolifico di scrittura di canzoni della nostra storia. Questo è il primo capitolo, “Time Will Wait For No One”.

JIM O’ROURKE – “Hands That Bind” OST
[Drag City]

 E’ la colonna sonora dell’omonimo film del 2021 diretto da Kyle Armstrong a segnare oggi il ritorno di Jim O’Rourke.

JULIE BYRNE – “The Greater Wings”
[Ghostly International]

Il primo album in oltre sei anni della cantautrice americana Julie Byrne è una testimonianza di pazienza e determinazione, la volontà di trasformarsi attraverso la desolazione della perdita, la vitalità del rinnovamento e il coraggio di rialzarsi, cambiati per sempre.

TAYLOR SWIFT – “Speak Now (Taylor’s Version)”
[Republic]

Taylor Swift continua nell’ operazione di re-registrazione dei suoi primi album. Dopo aver dato nuova vita a “Fearless” e “Red”, lavori inizialmente pubblicati nel 2008 e nel 2012, adesso è il turno di “Speak Now” che aveva visto la luce nel 2010. Aaron Dessner e Jack Antonoff danno una mano in questo re-work mentre gli Fall Out Boy e Hayley Williams dei Paramore sono presenti in quanto ospiti.

LITTLE DRAGON – “Slugs Of Love”
[Ninja Tune]

I Little Dragon descrivono questo nuovo “Slugs Of Love” come il loro ‘capolavoro, il lavoro migliore‘. Elettronica che incontra l’r&n con il benestare di Damon Albarn qui presente come ospite.

ALICE PHOEBE LOU – “Shelter
[autoprodotto]

“Shelter” è la prima uscita di Alice Phoebe Lou dal 2021, hanno in cui l’artista sudafricana di stanza a Berlino ha pubblicato due album in studio, “Child’s Play” e “Glow”.

GUS DAPPERTON – “Henge”
[Warner Records]

Il nuovo disco dell’artista alt-pop Gus Dapperton è uno sguardo widescreen sulle dicotomie – vita e morte, la guerra tra cambiamento e monotonia, il ciclo dell’amore -, mette in mostra la sconfinata curiosità musicale del suo atuore e la capacità di portare senza soluzione di continuità collaboratori dinamici nel suo universo.

LIFEGUARD – “Dressed In Trenches”
[Matador]

La band di Chicago approda su Matador e raccoglie in una sola uscita i 2 ep pubblicati nel 2021 (“Crowd Can Talk” e “Dressed in Trenches”.)

AMAARA – “Child Of Venus”
[autoprodotto]

Il debut album di AMAARA, al secolo Kaelen Ohm cantante, cantautore, produttore, regista e attore canadese, è dreampop influenzato da jazz, R&B e folk, le chitarre, intrise di riverbero, si muovono tra sintetizzatori e armonie vocali stratificate.

1476 – “In Exile”
[Prophecy]

In “In Exile”, nuovo disco dei rocker di Salem, USA, ogni canzone, come dicono le note stampa, rappresenta un mondo a sé stante. Tutto è iniziato quando il cantante e polistrumentista Robb Kavjian ha riflettuto sull’antica questione di dove vanno le persone quando muoiono. Nella sua mente, ha iniziato a immaginare persone reali e personaggi immaginari come esseri mistici o divinità, ognuno con i propri attributi e poteri basati sulle caratteristiche individuali. Questi avatar fungevano da guide spirituali ai loro mondi durante le meditazioni che utilizzavano tecniche di visualizzazione, ed esponevano anche le loro filosofie – non tutte gradite al musicista, ma comunque doverosamente registrate in questo album.

AFRICAN HEAD CHARGE – “A Trip To Bolgatanga”
[On-U Sound]

Gli African Head Charge tornano a pubblicare su On-U Sound con il loro primo nuovo album in dodici anni. “A Trip To Bolgatanga” segna la rinnovata collaborazione tra il membro fondatore Bonjo Iyabinghi Noah e l’amico e assoluto pioniere del dub Adrian Sherwood.