Un’attesa durata solo due anni per la band dei fratelli Josh, Jake e Sam Kiszka e l’amico di lunga data Danny Wagner che hanno pensato bene di infuocare l’atmosfera già rovente di questo luglio 2023. In realtà, i toni in “Starcatcher” risulteranno alla fine dell’ascolto forse più “temperati” e malinconici rispetto al precedente “The Battle at Garden’s Gate”, ma continuano comunque a dare certezze sull’obiettivo della band ovvero quello di esprimere quello che ha dato loro maggiore ispirazione.

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Una cosa è certa, i ragazzi di Frankenmuth, Michigan, sfoggiano ancora una volta un ottimo e convincente classic rock che porta in dote anche decise derive in chiave blues che si fanno sentire nei riff di “Frozen Light” e nei soli settanta secondi (peccato!) di “Runaway Blues”, ma anche tinte “countreggianti” come nella bella traccia acustica  “Waited All Your Life”.

L’inizio del disco è di alto livello con l’onirica “Fate Of The Faithful”, brano che risalta le notevoli aperture vocali di Josh sorrette da una poderosa sezione ritmica. Le successive “The Falling Sky” e “Sacred The Thread” ci portano su terreni evocativi, con la seconda dai toni nostalgici dove fanno il loro ingresso bellissimi archi sullo sfondo dell’irresistibile refrain.

Registrate negli RCA Studios di Nashville dal vivo con minimali sovra incisioni dunque, le dieci tracce vedono il cambio Greg Kurstin al timone con Dave Cobb (Sturgill Simpson, Chris Stapleton, Jamey Johnson, Zac Brown Band, Brandi Carlile, Jason Isbell, tra gli altri) che ha di sicuro impresso la sua vena rock ‘n’ roll alla produzione e la ruvida e tagliente “The Archer” – tra le più belle della decina – ne rappresenta un vivido esempio.

Nella potente “The Indigo Streak” si concentrano tracce di modernità che completano questo “Starcatcher” con un altro ottimo tassello che non stona con il mood seventies marchio di fabbrica della band statunitense. Impossibile non risentire dell’effetto time machine ascoltando i Greta Van Fleet e le note iniziali del meraviglioso singolo “Meeting The Master”, evocano incantati momenti spirituali alla “The rain song” dei Led Zeppelin, mentre a chiudere degnamente l’album ci pensa il rock d’annata di “Farewell For Now”.

“Starcatcher” segna un altro convincente ritorno dei Greta Van Fleet sebbene riesce a conquistare solo il gradino più basso del podio rispetto alle posizione del vertice occupate dall’album d’esordio “Anthem Of The Peaceful Army” del 2018 e dal summenzionato “The Battle At Garden’s Gate”.