La storia dei Notwist è fatta di apparizioni improvvise. E di silenzi. Una carriera lunga fino alla Germania Ovest e stretta attorno a un unico album significativo. “Neon Golden”, del 2002. Un album della madonna, però, dal passo grosso, che correva avanti mentre gli altri arrancavano. Un album poco tedesco, se non per la lungimiranza che era stata dei Kraftwerk, dei Neu!, dei Faust, e di tutti quanti gli altri. Americano, tendenzialmente, nel folk rabberciato sopra un’elettronica essenziale e nelle melodie liquide. Americano, anche, come dei surgelati lasciati a scongelare sul tavolo della cucina in un racconto di Carver.

Mi ricordo “Pick up the phone”. Il cielo grigio e alcune delle pedalate fino al mare. Un temporale lontano. Una macchia d’olio sopra il tappeto. Qualcuno che suona la batteria, e nessuno che copre il vuoto dentro il quattro quarti. Qualcun altro che grida, nessuno che lo sente. Mi ricordo pure “One with the freaks” sopra ai titoli di coda dell’ “Amico di famiglia”. Che non è il mo film preferito di Sorrentino ma è figlio del Sorrentino che a me piace di più. E mi ricordo un flipper che negli anni novanta suonava qualcosa di molto simile a “Signals”, che apre il nuovo Notwist a distanza di dodici anni da “Neon Golden” e a sei da “The Devil, You + Me”.

Il pezzo che dà  il titolo all’album è qualcosa di molto simile, specie in apertura, ai Knife. “Korg” invece ha il marchio Sub Pop appiccicato sopra; chitarre taglienti e melodie sognanti, minimali e ossessive. Ci sono ballate languide, fatte di chitarre acustiche e synth. E ci sono tentativi più complicati di elettronica essenziale e paesaggistica (“Lineri”, per esempio).

“Closet o the glass” è un album facile, nelle intenzioni dei Notwist (intenzioni, le sto immaginando io) di non staccarsi troppo dal suono che sono diventati, e più riuscito del precedente “The Devil, You + Me”. Un album affascinante, ma impareggiabile al loro capolavoro di qualche anno fa. Bello, ma non in termini assoluti.

Cover Album

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Close To The Glass
[ Sub Pop – 2014]
Genere: indietronica
Rating:
1. Signals
2. Close to the Glass
3. Kong
4. Into Another Tune
5. Casino
6. From One Wrong Place to the Next
7. 7-Hour-Drive
8. The Fifth Quarter of the Globe
9. Run Run Run
10. Steppin’ In
11. Lineri
11. They Follow Me

Photo Credit: Jörg Koopmann