“Relentless” vede i Pretenders alle prese con temi come la mortalità, l’invecchiare, il mondo che cambia. Registrato ai Battery Studios di Londra e prodotto dal gallese David Wrench (Sampha, The xx, Courtney Barnett, David Byrne) arruola nuovamente James Walbourne alla chitarra, ormai parte del the Pretenders Collective insieme a Carwyn Ellis alle tastiere, Kris Sonne alla batteria, Chris Hill e Dave Page.

Credit: Ki Price

Dodici brani in cui è palpabile la nostalgia, evidente sia nel sound che nell’estetica di quello che è a tutti gli effetti un ritorno in casa Warner dopo vent’anni. Rock e melodia convivono con buoni risultati, centrale la voce di Chrissie Hynde che si esibisce nella combattiva “Losing My Sense of Taste” e in una grintosa “Domestic Silence” ma preferisce spesso brani dolenti e malinconici come “A Love”, “The Copa” e “Look Away”.  

Parte “Promise Of Love” e entrano in scena le tastiere e i cori, “Merry Widow” prende quota lentamente con un arrangiamento che lascia spazio alla band nella parte finale. L’ottimista e iper – melodica “Let the Sun Come In” alza momentaneamente il ritmo prima di una “Your House Is on Fire” dal sound minimale. Si passa al rock venato di blues in “Just Let It Go” ma bisogna aspettare “Vainglorious” per trovare un altro brano di rock classico, impertinente ed energico.

Discorso a parte per “I Think About You Daily”, la ballata con parti orchestrali arrangiate da Jonny Greenwood dei Radiohead e suonata dal 12 Ensemble dimostra che per Chrissie Hynde è arrivato il tempo dei bilanci, dei rimpianti, ma anche di una certa serenità. Sintetizzando al massimo: non i soliti Pretenders, non la tribute o cover band di se stessi, cambiano pagina rispetto a “Hate For Sale” con un album riflessivo e intenso.