Un album nuovo di zecca per i Pia Fraus che, a distanza di un paio di anni dall’uscita della compilation “Now You Know It Still Feels The Same”, tornano a proporci qualcosa di originale con “Evening Colours”. Undici tracce di dream pop fresco e scintillante, imbevuto di atmosfere eteree e strabordante di delicatezze varie.

Credit: Bandcamp

La band estone sembra vivere in un mondo fatato in cui tutto è leggero, delizioso e raffinato. Melodie dolci e ultraterrene risuonano in spazi vasti ma densi, colmi di note colorate frutto di preziosi intrecci tra chitarre jangle e morbide tastiere. Su strumentali quasi sempre soffici, anche se talvolta caotici (il missaggio non sempre rende giustizia alle complesse intelaiature sonore), si posano strati e strati di voce, con una Kristel Eplik sempre in gran forma quando si tratta di dar vita ad armonie suggestive.

È errore comune confondere shoegaze e dream pop. I Pia Fraus hanno spesso camminato lungo la linea che divide i due generi ma, in questo caso, hanno i piedi ben saldi nel sogno. A esclusione di “Cloud Winterland”, dove le chitarre elettriche più o meno riescono a ritagliarsi un ruolo importante restando però sempre sullo sfondo, quasi non si volesse disturbare l’ascoltatore.

Noia? Assolutamente no. Forse un pizzico di ripetitività, quello sì. Sta di fatto che le canzoni di “Evening Colours”, il più delle volte, sono una vera e propria goduria per le orecchie. E scorrono via in grande tranquillità.

I Pia Fraus ci cullano con la loro flemma mitteleuropea ma possono anche stupirci con qualche piccola scossa di piacevole vivacità, lambendo territori rock (“Fog On The Hills”, “Regret Everything”) e, ancor più spesso, facendo spudoratamente il verso ai maestri Stereolab, con tanti eleganti e per nulla pretenziosi riferimenti al lounge pop, al chamber pop, al krautrock e all’easy listening bacharachiano.

Un’influenza chiara e soprattutto palese. Gli arrangiamenti per archi su “Evening Colours”, infatti, sono stati curati dall’irlandese Sean O’Hagan, noto non solo per i suoi lavori con The High Llamas e Microdisney, ma anche per una lunga e prolifica collaborazione con il gruppo di Tim Gane e Lætitia Sadier. Dream pop di gran classe per palati fini.