L’immaginazione al potere. È un po’ questo il sunto di “Closer”, primo album dei Petra Von Kant, pubblicato per Lost Generation Records / fuoritempo. Musicalmente si tratta di un disco figlio dell’incontro creativo tra le intuizioni sonore di Danilo “Zoot” Marianelli ed i testi di Fabio Babini (rispettivamente, chitarrista e singer dei Venus In Disgrace).

I sette brani che compongono la tracklist spaziano dalla psichedelia alla new wave, con un tocco (raffinato) di elettronica. “Living In Mercy Street”, per esempio, è uno di quei pezzi che farebbero la fortuna di tante altre band (anche più blasonate).

C’è della lucida follia in “Closer” e si sente. Prendete un brano come “Misia”. Nei suoi sette minuti ed otto secondi di durata, vengono sciorinati tutti quei “dettagli” che rendono “grande” una canzone.  

L’artwork dell’album, tra l’altro, è davvero ben fatto. Si tratta, infatti, di un disegno realizzato dall’artista Morysetta. Tirando le somme, “Closer” è un disco che si lascia ascoltare con grande piacere, dalla prima all’ultima nota. Davvero un bell’esordio, dunque, per i Petra Von Kant.

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