Synth-pop notturno e melodie zuccherose, eccovi servito il menù del quarto album in studio dei Cannons. “Heartbeat Highway” segna il ritorno sulle scene musicali di Michelle Joy, Ryan Clapham e Paul Davis – rispettivamente cantante, chitarrista e bassista della band – ad appena un anno dalla pubblicazione del precedente “Fever Dream”. Dopo il successo globale di quel pezzone che risponde al nome di “Fire For You”, il cammino intrapreso dalla formazione losangelina è stato pressoché inarrestabile. I Cannons, infatti, si sono esibiti sui palchi dei più importanti festival americani ed europei, diffondendo a destra e a manca il loro verbo musicale. E questo “Heartbeat Highway” non fa altro che confermare la gustosa fase ispirativa attraversata dai tre musicisti californiani negli ultimi tempi.

Credit: Nick Whitmill

“Crush”, per esempio, è un brano che si affaccia dalle parti della Gwen Stefani di “Cool”, spingendosi, però, in territori decisamente più alternativi. Si tratta di una canzone dalle atmosfere vintage, sognanti, che potrebbe fungere da ideale colonna sonora per un viaggio sulla west coast americana. È pop glitterato quello dei Cannons, ma mai troppo eccessivo o fine a sé stesso. Come nel caso della splendida title-track, dove il sapiente utilizzo delle linee di basso, oltre che delle armonie create da tastiere e sintetizzatori, trasportano l’ascoltatore in un immaginario “Eighties” che non guasterebbe in un film di Willard Huyck.

La voce magnetica di Michelle Joy, tra l’altro, rappresenta un ulteriore “strumento” attraverso il quale si sviluppano – in maniera efficacissima – i motivetti colorati della band. Mentre la parte iniziale dell’album scorre via leggera come un aperitivo sulle spiagge di San Diego, in quella centrale emergono tutte le peculiarità che hanno reso i Cannons uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni. Brani quali “Loving You”, “Bad Tattoo” e soprattutto “Desire”, evidenziano nettamente la convincente verve compositiva raggiunta dai californiani negli ultimi anni.

Un po’ meno memorabili, invece, appaiono i pezzi che vanno a chiudere la tracklist di un album che riesce a superare di gran lunga la sufficienza, pur senza innalzarsi al di sopra delle fatiche precedenti della band. “Heartbeat Highway”, dunque, rappresenta il nuovo capitolo di un romanzo sonoro – quello dei Cannons – che non regala particolari colpi di scena, ma che mantiene intatto lo stile brillante del gruppo americano. Probabilmente per Michelle Joy e compagni è giunto il momento di alzare ulteriormente l’asticella, provando a cambiare rotta ed a modificare il loro sound patinato, puntando il mirino verso orizzonti ancora inesplorati.

Del resto, sarebbe davvero un peccato se il talento (indiscutibile) dei Cannons si disperdesse mestamente fra le pieghe ovattate – ma scivolose – della ripetitività.