Carlo Pinchetti è un veterano della scena underground bergamasca, incarnando perfettamente lo spirito del “do it yourself”, ovvero l’arte di sapersi arrangiare a 360 gradi ed andare avanti per la propria strada, senza seguire mode o tendenze sonore passeggere. Un esempio di come si dovrebbe sempre approcciarsi alla musica.

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Quindi, dopo le esperienze, in parte concluse, alla guida dei Daisy Chains o del collettivo Finistere, passando per una parentesi solista a nome anagrafico, ritorna sulla scene con i Lowinsky e una line up rinnovata, che vede anche l’inserimento della moglie Linda Gandolfi per una simbiotica convivenza vocale.

Trattasi di un mini album di sei canzoni, pubblicato sempre per l’accoppiata Gaste e Moquette records, inaugurato dalla release del primo singolo “Doppio gioco” licenziato, invece, dalla Rocketman records in versione split con l’amico Drew Mc Connels, bassista dei Babyshambles e turnista di fama, in primis dei mai dimenticati Ls’s.

Il nuovo lavoro di Pinchetti & Co. si apre con la malinconia in versione cavalcata di “Grande Niente e una giostra che non mi vuole”, brano rompighiaccio, ben scritto, in chiave minoreggiante che sa di autunno inoltrato.

Il succitato primo singolo invece arriva di conseguenza, dove le due voci si condividono democraticamente lo spazio melodico, è una ballata in punta di piedi, agrodolce, che lascia il segno.

“Bottom Of the barrel” alza il volume degli ampli, canzone in inglese, che spezza completamente il racconto, con un sound sporco e diretto, mentre la ballad “Amphetamine Crown” riporta all’atmosfera canovaccio e leitmotiv di questo nuovo lavoro in studio.

Chiudono il pop di “Nessuno si ricorderà’ di noi” e le gentili confidenze sussurrate sottotraccia di “Harakiri”, quest’ultimo brano preso in prestito dal disco precedente “Oggetti Smarriti” (A titolo “Seppuku”) qui in una nuova versione riarrangiata.

“Triste Sbaglio Sempre Lontani” è un lavoro ispirato, ben prodotto, che potrebbe regalare ottime soddisfazioni. Dategli fiducia!