Julio Enriquez from Denver,CO, USA, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Sabato sera di metà febbraio: ci troviamo in una delle città più belle e romantiche di tutto il vecchio continente, ma il motivo non è ahimè sentimentale, bensì musicale.

Helena Deland passa dalla Ville Lumière e più precisamente suonerà all’Hasard Ludique, delizioso locale non lontano da Place De Clichy: originariamente previsto a Le Pop Up Du Label, il concerto è stato quasi subito spostato nella nuova venue a causa delle numerose richieste, ma anche qui i biglietti sono terminati in breve tempo.

La musicista nativa di Vancouver presenterà ai fan francesi il suo secondo LP, “Goodnight Summerland“, uscito lo scorso ottobre via Chivi Chivi e, a nostro avviso, uno dei migliori album folk del 2023: registrato presso il Flying Cloud Recordings nella Catskill Mountains, New York, il disco è stato prodotto dal padrone di casa Sam Evian insieme alla stessa Deland e vuole essere un omaggio a sua madre che è purtroppo venuta a mancare.

Pochi attimi dopo le nove e mezza, come da programma, la canadese si presenta sul palco dell’Hasard Ludique con una formazione a cinque: ad aprire le danze è “Swimmer”, brano estratto dal suo lavoro più recente, ma pubblicato come singolo già nel 2022. Sebbene si possa sentire un leggero noise in sottofondo, prodotto dai synth, la morbidezza di questo brano è qualcosa di raro e di totalmente puro, mentre le armonie, costruite insieme alla sua tastierista, splendono di un’incredibile sensazione di bellezza.

La successiva “Saying Something” gode di un’incredibile intimità e leggerezza, passando su territori country-folk molto delicati e gentili.

Poco dopo “Spring Bug” esprime al meglio l’anima più pop della cantautrice di stanza a Montreal con percussioni più incalzanti e vivaci, ma senza perdere quella sua anima tranquilla e romantica.

Estratta dall’EP “From the Series of Songs “Altogether Unaccompanied” Vol. I & II”, “There Are A Thousand”, invece, pur rimanendo elegante, ha un’aspirazione più rock rispetto alle canzoni che l’hanno preceduta questa sera, ma allo stesso tempo rimane piuttosto cupa e riflessiva.

“Smoking At The Gas Station” proviene dal suo debutto full-length “Someone New” ed è decisamente oscura e ha un’atmosfera languida e malinconica, ma il suo impatto emotivo rimane notevole quanto se non più della versione presente sul disco.

Sono poi perfetti gli arpeggi di “Feel The Rooms”, sebbene Helena ammetta di non suonarla più da parecchio tempo e la sua delicatezza e le sue favolose armonie aggiungono quel senso di purezza che la rende ancora più speciale in questa versione live.

Il mainset si chiude nello stesso modo di “Goodnight Summerland”, vale a dire con la splendida “Strawberry Moon”, uno scrigno di intimità e di gentilezza disegnato con chitarra e piano, che sembra volerci regalare quella pace che tanto stiamo cercando in questo momento della storia.

Ci aspetta poi un doppio encore, prima “Baby”, eseguito con la band, in seguito, dopo che il pubblico parigino la richiama a gran voce, Helena rientra accompagnata solamente dalla sua chitarra acustica e ci dona l’ultima perla della serata, “Who I Sound Like”, che mette in risalto tutte le sue dote vocali.

Settantacinque minuti di pura bellezza, intimita e sentimenti che la qualità della Deland e della band che la accompagna hanno saputo mettere perfettamente in risalto: emozioni senza fine.