I cari vecchi Feeder di Grant Nicholas. Ovvero, una band che dopo la pubblicazione di “Torpedo” – uscito appena due anni or sono – è ritornata in pista con un nuovo (doppio) album, “Black/Red”, che trasuda energia alt-rock da ogni nota. In barba agli ascolti superficiali di questi anni Venti ed alla cosiddetta “generazione tik tok”. Il disco in questione, del resto, è una scorpacciata di brani – ben diciotto – che spaziano dai classici pezzoni tirati, eseguiti sempre con grande maestria dai Nostri – a delle ballate che hanno il retrogusto petricoroso delle malinconiche piogge primaverili. Come nel caso della splendida “Al Man”, uno dei veri e propri highlights dell’album.

Credit: Steve Gullick

La band di Newport, in pratica, ha provato a rimescolare le (ottime) fiches lanciate sul tavolo del sopraccitato “Torpedo” con degli elementi ancor più incisivi e preponderanti. Almeno in fase di produzione. Stiamo parlando, naturalmente, del riff in odor di epica presente in “Playing With Fire” e del poetico immaginario cinematografico di “ELF”, altra traccia per palati fini che va a creare un’affascinante giustapposizione con quell’irresistibile marcia-pop che risponde al nome di “Hey You”.

“The Knock”, invece, è per tutti coloro che amano i Feeder “old school”: si tratta, infatti, di un brano in cui Nicholas e soci ci danno dentro come se non ci fosse un domani. Oro colato in questi tempi di sonore vacche magre. Altroché. E cosa dire di “Scream” se non che rappresenta una delle (tante) onde alte presenti in un disco che conferma la sacra regalità di un gruppo come quello gallese?

Va da sé, naturalmente, che l’unico rischio in cui lungo andare, rischiano di incappare Nicholas e il fido Taka Hirose, potrebbe essere quello di perdersi tra le lungaggini di un album che è una sorta di starnuto in faccia agli amanti dell’easy listening fine a sé stesso. Epperò, ascoltando con attenzione le trame incendiarie di “Black/Red”, giammai si ha la sensazione di ritrovarsi in una specie di loop grigiastro. Neanche nei suoi episodi meno riusciti. Anzi.

I Feeder hanno confezionato un’opera che non salverà di certo la musica rock (sempre che quest’ultima abbia bisogno di aiuto, ovviamente), ma che conferma – di diritto – l’iscrizione del gruppo britannico al gran ballo di coloro che hanno contribuito a divulgare il Verbo delle sette note in giro per il mondo. Poco da dire. Provando a tirare un po’ le somme, dunque, potremmo definire “Black/Red” come il continuum decisamente succulento di “Torpedo”.

Quello dei Feeder, in definitiva, è un ritorno dannatamente convincente. Nonché il lavoro coerente di una band che si è sempre guadagnata sul campo ogni suo piccolo pezzetto di gloria. E in questi tempi di incognite e di passeggere meteore, non era poi così scontato.  

Habemus Feeder. Ancora una volta.