Ma guarda un po’ chi si rivede. I simpatici Marching Band, ovvero Erik Sunbring e Jacob Lind, si rifanno vivi dopo una pausa piuttosto lunga che ci aveva fatto temere che la band non esistesse più.

Sta di fatto che il duo svedese (aiutato anche da Peter Morén, si proprio quello di Peter Björn and John) torna in pista con la sua piacevole carica indie-pop-folk e ci delizia di 35 minuti all’insegna di melodie cristaline che rispettano la miglior tradizione nordica in fatto di indie-pop.

Credit: Bandcamp

I riferimenti potrebbero essere quelli più consoni quando si parla di melodie cristalline, vocalizzi armoniosi e chitare acustiche che incrociano arpeggi elettrici sempre delicati, ovvero Belle & Sebastian o Camera Obscura, ma anche Kings Of Convenience se vogliamo (“Better Than Me”).

In realtà la band non lavora ottimamente solo sulle melodie (“Sorry” da questo punto di vista ha veramente una marcia in più, con una melodia irresistibile piazzata su questo andamento ciondolante), ma tende anche a lavorare con cura sugli arrangiamenti, pensiamo a quel piano che fa capolino in “Andromeda” caratterizzata anche da un gioco vocale superbo o il sax magistrale nel finale di “Little Wing” (anni ’80 a noi!).

Un tuffo negli anni ’60 più solari e classici con la bucolica “It Won’t Make A Whole Song” (e occhio al flauto!!), mentre per “With A Hardened Heart” la chitarra acustica viene suonata davvero con un piglio bello carico.

Il finale, la bella marcetta pop di “Talk To Me” che si fa sempre più impetuosa più passano i minuti, è ottima chiusura di un disco all’altezza della fama dei nostri, ai quali va il nostro più caloroso “bentornati“!