Vengono dalla città  dei Simpson, Springfield nel Missouri, sono giovani, carini e disimpegnati con la passione per l’indie-pop e un moniker più unico che raro: Someone Still Loves You Boris Yeltsin. I tre giovincelli Will Knauer (chitarra), Philip Dickey (batteria) e Tom Hembree (basso) si conoscono al college nel 2002, condividono la passione per le ragazze e per la musica e decidono di mettere su una band. L’incontro con John Robert Cardwell (voce/chitarra) e Jonathan James (basso) definisce i confini del gruppo dando inizio così alla loro avventura fatta di home tapes e di innumerevoli apparizioni live a varie feste di amici. Nel 2004 registrano il loro primo album Broom. Realizzato con pochi mezzi ed interamente prodotto nella casa di Knauer il disco riceve innumerevoli recensioni positive da parte della stampa di settore che, come per incanto, porta il nome della band alla ribalta prima nazionale e poi mondiale, favorita anche alla rete e dai vari blogs e webzine specializzate che cominciano a notarli. Nel 2006 fanno da supporter al tour dei Catfish Haven e la loro ascesa prende il volo. Nello stesso anno arriva finalmente un contratto discografico con la indie label Polyvinyl che ristampa “Broom” (Polyvinyl Record Company, 2006) distribuendolo a livello internazionale.

Il sound sporco e lo-fi del disco non viene ritoccato favorendo cosi’ un’impronta originale all’album stesso che riesce a incuriosire i critici e la stampa rubando attenzione positiva un po ovunque. Due anni dopo arriva il secondo disco “Pershing” (Polyvinyl Record Company, 2008) che ripropone ancora lo stile domestico e lo-fi dei SSLYBY, divenuto ormai un marchio di fabbrica indissolubile nella parte iniziale della loro carriera. Accompagnato da una promozione di tutto rispetto e da una serie di videoclip confezionati da alcuni giovani registi underground, il disco riscuote un considerevole successo di critica e pubblico portando notorietà  alla band e facendo così circolare sempre più il loro nome tra gli addetti ai lavori del music biz. Riconosciuti ormai anche a livello internazionale i SSLYBY cominciano ad essere invitati a programmi televisivi, a performance radiofoniche e a varie esibizioni live accanto ai grandi nomi della musica alternative non solo americana.

Il 2010 è l’anno della svolta per il sound del gruppo, “Let It Sway” (Polyvinyl Record Company, 2010) prodotto da Chris Walla dei Death Cab For Cutie e da Beau Sorenson introduce i SSLYBY in un nuovo territorio sonoro: abbandonate le atmosfere lo-fi e l’emo-pop degli esordi il sound della band si fa più curato, armonioso e solare. Nuove strumentazioni e l’inserimento dell’elettronica fanno di questo album un momento di cambiamento forte nella produzione dei Someone Still Love You Boris Yeltsin, cambiamento che è ancora più forte ed incisivo nell’ultimo lavoro “Fly By Wire” (Polyvinyl Record Company, 2013).
Neo-pop da cameretta puntinato di elettronica con una deriva più marcatamente indie è il sound che accompagna il nuovo lavoro dei nostri giovani eroi che nel frattempo sono maturati e cresciuti anche se rimasti in tre (Dickey, James, Knauer). La musica è cambiata, mutata si è arricchita di nuove melodie e nuove strumentazioni con un suono più armonioso adulto e definito proteso ormai verso nuove territori sonici. Freschezza e leggerezza, testi ammiccanti e arrangiamenti facili, chitarre suonate ed accordate alla Belle & Sebastian, usi di campionatori alla Shins, colorano i dieci pezzi del disco: brani concisi e concentrati in 32 minuti di musica che scorre lieve.

“Harrison Ford” apre “Fly By Wire” con la sua sognante melodia fatta di piano, synth-pop e chitarre aggrazziate fuse in una dolciastra armonia cucita dal cantato sussurrato di “Grace Bently” che riporta alla mente gli esordi dei Postal Service. “Young Presidents” con i suoi accattivanti handclaps in meno di tre minuti costruisce una allegra e radiofonica canzoncina pop mentre Cover All Side con il suo pianoforte e la voce filtrata, in bilico tra county e indie con l’aggiunta di coretti impertinenti, riporta alla mente le sperimentazione beatlesiane. “Lucky Young” con la sua linea di basso e il suo cantato delicato è un pezzo talmente anni ottanta che sembra uscito direttamente da uno dei dischi dei Dream Academy mentre “Ms. Dot” con il suo arpeggio di chitarra acustica riporta alla mente visioni campestri tipiche delle produzioni Kings of Convenience. “Loretta” è gioia pura, da ascoltare in vespa con il vento che scompiglia i capelli mentre si va al mare all’opposto “Unearth” con il suo beat rock mostra l’altra faccia dei SSLYBY. “Bright Leaves” è una dolce ballata melodica che si stempera nelle distorsioni di “Nightwater Girlfriend”, primo singolo del disco, che con portentoso feedback e basso rumoroso inframmezza una vocina funky, tanto di moda, al cantato power-pop. Il disco si chiude con il pezzo omonimo: Fly By Wire fatto di chitarre, cori e organi in sottofondo che donano stile tutto marcatamente indie-alternative ad uno dei pezzi meglio riusciti dell’intero lavoro, rappresentazione esatta e puntuale della strada che forse ha intrapreso l’indie-pop a stelle e striscie.

Fly By Wire
[ Polyvinyl – 2013 ]
Genere: indie rock, alternative rock, indie-pop, power-pop
Rating:
1. Harrison Ford
2. Young Presidents
3. Cover All Sides
4. Lucky Young
5. Ms. Dot
6. Loretta
7. Unearth
8. Bright Leaves
9. Nightwater Girlfriend
10. Fly By Wire