Dopo “Year Zero” e la sua versione remixata, com’è prassi per tutti i dischi dei NIN, esce, si può dire a sorpresa, un nuovo album di ben 36 tracce, forse tutte tracce “fantasma” a giudicare dal titolo (“Ghosts”), ovvero quelle tracce che non sono accreditate nelle tracklist e che ci si ritrova ad ascoltare senza sapere nè il titolo nè tantomeno la durata. Il progetto è veramente interessante, a partire dal multi package, che di seguito cercherò di riassumere.

Andando sul sito del gruppo è possibile, infatti, scegliere tra ben cinque formati: download completamente gratuito di 9 tracce (con un “libretto” 40 pagine in pdf); un download al prezzo di 5 $ con tutte le 36 tracce; un doppio cd in versione cartonata al prezzo di 10 $; una edizione deluxe da 75$ con le tracce in vari formati audio e su vari supporti (DVD, Blu-Ray); infine l’edizione ultra-deluxe limitata (e ovviamente già  terminata) che costa ben 300$ che contenente un doppio LP, un book fotografico di grandi dimensioni e ancora le tracce in vari formati e su vari supporti, pronte per l’editing e il riassemblaggio da parte dell’utente/ascoltatore. Quello che Trent Reznor è riuscito a fare con l’ausilio di Atticus Ross, Alan Moulder e il “nostro” Alessandro Cortini è stato semplicemente liberare le proprie emozioni, attaccare le varie spine, chiudere gli occhi e lasciarsi guidare dall’impulso per dieci settimane, nelle quali l’unica regola è stata la totale libertà  di espressione.
Il risultato è un qualcosa di sperimentale e contemporaneamente molto piacevole da ascoltare; ci sono parecchie perle in “Ghosts”, ambientazioni che riportano ai tempi di “The Fragile”, forse il migliore album insieme al pluridecorato “The Downward Spiral”.

Il tutto è diviso e spesso orchestrato come se si trattasse di una vera e propria sinfonia e ciò è plausibile considerato che ci sono solo brani strumentali e che ad ogni gruppo di nove è stato dato un numero romano (da I a IV come dice chiaramente il titolo) come a dividere delle suite.

Detto questo non mi stupirei ed anzi sarei veramente contento se Mr. Self Destruct Reznor iniziasse a scrivere musica contemporanea e abbandonasse la forma canzone, che forse ultimamente gli va un po’ stretta.
Le mie tracce preferite: TUTTE.

Credit Foto: NIN (CC BY-SA 2.0)