Ennesima uscita discografica di questo 2009 da collocarsi negli gli scaffali sotto l’etichetta weird psychedelic folk, se esistesse uno scaffale simile nei pochi negozi di dischi sopravvissuti all’era dell’mp3. Fred Thomas aka City Center è una tra le figure che animano un sottobosco americano oggi più che mai pullulante di vita malsana, creatura dai mille tentacoli e dalle infinitesimali emanazioni e sfaccettature che si dibatte sotto la pelle di una nazione divorata dalla crisi economica e nello stesso tempo intenta a difendere il proprio ruolo di prima potenza mondiale ed esportatrice di democrazie usa e getta.

Qualcuno l’ha definita ‘musica brutta’ per una certa attitudine DIY che sconfina in una manifesta predilezione per la bassa fedeltà : suoni che germinano nelle camerette d’oltreoceano e che, grazie a myspace ed affini, raggiungono le camerette di mezzo mondo. Le pietre di paragone non scarseggiano: Zola Jesus, Grouper, Ganglians, e perchè no? anche gli osannati Animal Collective, senza tralasciare un tuffo all’indietro nel filone shoegaze di My Bloody Valentine-iana memoria.
Le coordinate di tale non-scena sono queste: di suo City Center ci mette una esasperazione della componente ‘rumoristica’ che si manifesta in una densa melma di riverberi ed echi avvolgenti; suoni fuori controllo che rimbalzano sulle pareti come palline di un flipper in tilt, rumori lasciati liberi di colmare ogni solco del disco ed ogni angolo dell’ambiente; echi in loop e nebbie fitte che di tanto in tanto si diradano lasciando filtrare flebili riflessi di luce. Una chitarra acustica annaspa e fatica per farsi spazio nel mare di droni, affiora in superficie per venire quasi immediatamente risucchiata tra gorghi e mulinelli di riverberi.

Thomas gioca con registrazioniii e sample pescati chissà  dove, si diletta con chincaglierie da rigattiere, dilata le sue composizioni lambendo ora l’ambient, ora la psichedelia, si immerge in marce suite astratte rimestando nel torbido della sua musica. Qui, più che in altri dischi facenti capo alla stessa non-scena weird, si coglie una certa cura per il dettaglio ed una raffinata ricerca sonora che tuttavia a volte sembra sconfinare nel manierismo o smarrire il filo conduttore, rischiando di suscitare un certo tedio alle orecchie meno avvezze. Se invece apprezzate certe follie e dieci minuti di riverberi sono una manna per i vostri padiglioni auricolari, allora accomodatevi pure.

Cover Album

City Center
[ Type – 2009 ]
Similar Artist: Grouper, Ganglians, Animal Collective
Rating:
1. Killer Whale
2. Open/House
3. Life Was a Problem
4. Gladest
5. Bleed Blood
6. Cloud Center
7. You Are a Force
8. Summer School
9. Young Diamond
10. Unfinished Hex