Bar La Muerte, label di Bruno Dorella (Wolfango, Ronin, Ovo), si aggiudica la distribuzione italiana di un’altra chicca alternativa, dopo l’ottimo jazz pesante degli italo-francesi Very Short Shorts.

Le Singe Blanc, atipico trio (due bassi e una batteria) di Metz, giunge al quinto album in dieci anni di carriera, manifesto sin dal titolo e dalla copertina del melting-pot che sta inarrestabilmente conquistando l’Europa. A poco più di un anno di distanza dalla precedente uscita (che conteneva anche un dvd testimonianza di un tour in Cina) tornano dunque con questo “Babylon”: nove brani e neanche mezz’ora di musica per una grandiosa botta d’energia.

La ricetta dei tre francesi parte da un punk-funk quasi tribale, ma tra impennate ritmiche e un canto memore di ricordi primordiali e istanze dada non si nega sfuriate quasi metal o irresistibili groove.
L’iniziale “Bombadilhom” è un sunto degli ingrediente, mentre già  la successiva “Ouzfat” approfondisce il lato più pesante (quasi doom) delle loro idee.
Altrove par di ascoltare una band di primati che rielabora le idee, già  piuttosto estreme, degli olandesi Ex “Sboub”); oppure una sinfonia disturbata dai temi apocalittici (“Electromax”), o ancora un delirio tra funk e noise (davanti al quale non si sa se mettersi a ballare come forsennati o sbattere la testa contro il muro!

L’innegabile ombra dei Primus e soprattutto di Les Claypool che pesa sulla musica della Scimmia Bianca (esplicitata nella conclusiva fuga punk di “Mambossa”) non riesce a sminuire l’ottimo risultato raggiunto con questo disco che, nonostante l’apparente difficoltà  d’ascolto, riesce a divertire assai.