“Hidden” è un affresco notturno. Buio e magico. Reminescente di quelle atmosfere plumbee e minimali, tipiche di un’anima in movimento, che hanno caratterizzato in giorni diversi M.I. A., Tricky, Massive Attack e la stessa Bjork. è un disco estremamente alto e raffinato già dopo l’incipit, “Time Xone”, colto e quanto di più vicino all’accezione di “‘sperimentale’ possiamo immaginare.
Ovvero nozione di allontanamento dagli steps precedenti, a loro volta espressione di innovazione dura e pura e bramosia per i percorsi sghembi.
Il post punk angolare dell’esordio ” Beat Pyramid” rimane così semplice proemio, ormai distantissimo dalla direzione presa dal combo originario dell’Essex. Una strada in levare, alla ricerca dell’ignoto dietro la collina impervia dei facili incroci di vita terrena.
è sublimazione sonora, è pura e semplice bellezza estraniante.
Signori qua si dovrebbe ripetere ogni 4 battute che “Hidden” è un disco meraviglioso, composto da 11 tracce epiche, nel senso più distante possibile dal dancefloor, ma sature di rimandi e orchestrazioni e soluzioni musicali di fino, meriti probabili di quel testone bipolare di Jack Barnett.
Non voglio citare in alcun modo un highlight significativo per questo secondo lavoro di studio, che scardina pezzo dopo pezzo ogni plausibile parentesi emozionale legata al passato, tracciando un iter visto e pensato per essere una cosa sola che scivola nei meandri.
Insomma tirerò fuori il termine “‘concept album’, se me lo concedete, ma che a nulla in particolare sembrerebbe riferirsi se non ad un ideale specchio per ognuno di noi.
Da segnalare comunque “White Chords” per il suo essere così Harrison Ford in un universo alieno popolato di replicanti assassini.
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