Hanno un bel coraggio gli Allah Las a chiamare il loro secondo disco “Worship The Sun” e poi farlo uscire a metà  settembre, quando l’estate è ormai un ricordo, ricominciano le scuole, l’abbronzatura è irrimediabilmente sbiadita e le lampade non bastano a ingannare amici e parenti. Ma forse hanno ragione loro, quattro ragazzi per cui, oggi come un paio di anni fa, l’orologio si è fermato ai magici anni sessanta (lo dimostra la cover di “No Werewolf” dei The Frantics) alla British Invasion rampante, al flower power, alla summer of love, alle prime ragazze in bikini con quel certo non so che nello sguardo. E che solo ogni tanto si “degnano” di fare qualche rapida incursione nei primi anni ottanta, quelli del Paisley Underground, dei Dream Syndicate e dei True West.

Formula che vince non si cambia e del resto perchè Spencer Dunham, Miles Michaud, Pedrum Siadatian e Matt Correia dovrebbero modificare qualcosa visto che tutto funzionava bene già  nell’esordio “Allah-Las”? E di quel primo disco “Worship The Sun” è la naturale prosecuzione. Sempre rilassati gli Allah Las, sempre cool senza mai farlo apposta, sinceri nel loro amore per i sixties spensierati e ingenui, prima di Altamont e prima che i sogni diventassero brutti incubi e basta. Costantemente alla ricerca dell’anima gemella, come dicono in “Recurring”, ma senza drammi esistenziali. Rispetto al passato c’è un pizzico di psichedelia che fa capolino qua e là  e tanta, tanta consapevolezza dei propri mezzi in più.

L’estate sta finendo? No, è già  finita. Ma ascoltando gli Allah Las non si direbbe. Viene quasi da prendere un asciugamano, la borsa da spiaggia, la crema solare e correre da qualche parte sperando in un ultimo, disperato scampolo di bella stagione. Invece no. L’estate, ammesso che quella di quest’anno si possa chiamare estate, è già  finita. Non ci sono più le estati di una volta, che sarà  una banalità  ma a volte le banalità  sono anche vere. L’estate è finita, sparita, scomparsa. Mamma mia e ora chi lo dice agli Allah Las? Che se ne sono dimenticati o non lo sanno proprio, beati loro!