Un soul da un avvolgente sapore vintage, una voce morbida dai falsetti caldi.
“Face Your Fear” è il secondo disco dell’americano Curtis Harding, un grande ritorno dopo il convincente esordio di qualche anno fa con “Power Soul”.
Harding sta per raggiungere i quarant’anni, ma il suo tardo avvio di un percorso discografico contribuisce a creare un’aura di magica e tenebrosa maturità  emotiva intorno alle sue canzoni.
Tocchi rock pervadono un disco dallo stile essenzialmente unico e peculiare, capace di rimescolare le arte sulla tavola di un genere di per sè codificato: gli assoli elettronici di chitarra, come nella opening track “Wednesday Morning Atonement”, si mescolano al funk , al più puro r’n’b e a tocchi psichedelici e sporcano quel soul che è la matrice culturale e sonora dell’artista.
Gli Anni ’60 e ’70 hanno lasciato un forte segno nel disco e nella sua anima, ma Harding non vi si arena.
E così, suoni alieni si intrecciano al groove della batteria e agli archi di una title track quasi orchestrale, in una commistione di vecchio e nuovo, come succede anche in “Til The End”.
“Face Your Fear” è un album dalla ricchezza sonora invidiabile: dalle trombe di “On And On” al theremin carezzevole di “Dream Girl”, le atmosfere spaziali di “Go As You Are”, la potente e seducente “Ghost of You” con il suo ricco riverbero elettronico di archi e i suoi cori evocativi.
Un suono sperimentatore, maturo come chi lo canta e compone.

Un’attitudine che inspira nel passato, evidente fin dalla copertina e permeante tutte le undici tracce di cui si compone il disco, ed espira nel presente attraverso una vocalità  perfettamente controllata e toccante che racconta la vita.

Un retro soul mai stantìo ma sempre ricco di interessanti risvolti. Senza paura di osare, Curtis Harding riesce a ergersi tra le mille voci del suo contemporaneo panorama musicale per originalità , qualità  e ricchezza del materiale sonoro.
Un album che sa toccare con leggerezza corde profonde.
“Welcome To My World, baby”, canta Curtis in un brano tra morbidi arpeggi di chitarra e vibranti tastiere: e noi siamo ben felici di esservi entrati.