Sono passati quasi due anni dall’ultima volta che ho visto le L.A. Witch suonare dal vivo. Era inverno e loro aprivano per gli Uncle Acid &the Dead Beats al Legend Club di   Milano. Il concerto fu favoloso e loro tre erano splendide. Dopo aver finito il loro set, salutarono e spuntarono poco dopo tra la folla per godersi assieme ai fan il concerto. Ricordo che le guardavo con un certo senso di inquietudine e mistero ed   è quello che sento ogni volta che ascolto un loro pezzo. Il loro fascino credo sia proprio questo, non far capire a chi le osserva cosa stanno pensando.

Ed eccole Sade Sanchez (voce e chitarra), Irita Pai (basso)  e Ellie English (batteria) tornate a tre anni di distanza dal loro primo album omonimo, con “Play With Fire”: un album intenso e liberatorio, in cui   sembra esserci una prima parte più melodica e poi una seconda invece più punk, veloce e aggressiva.
Una granata rock è la prima canzone: “Fire Starter “,ritmo accattivante che ti trascina. Una delle canzoni più catchy dell’album con un assolino giusto nel mezzo e un finale macabro e tormentato. “Motorcycle Boy” si carica con batteria e basso e poi si fa dolcemente attraversare dalla voce sensuale di Sade,   sembra la canzone perfetta per una mantide religiosa. In “Dark Horse” esce l’anima più psych-folk del trio, meraviglioso il cambio di ritmo. Tutto sembrava risolto in un’armoniosa ballad e invece non c’è da fidarsi! Proprio per niente perchè direttamente al petto arriva “I Wanna Lose”, perfetta per scatenarsi sotto palco e lasciarsi andare ai fumi delle sue  note acidule.

“Gen-Z “, singolo uscito poco prima dell’album, è travolgente e qui le influenze punk di L.A. vengono allo scoperto è graffiante, accattivante e anche aspra. Come in “Sexorexia” oppure in “True Believers ” dove il suono è più grezzo, rude e impetuoso. In “Maybe the Weather ” vengono riprese le sonorità    più melodiche e immaginifiche. L’album si conclude con “Starred” una miscela delle due identità  dove si fondono perfettamente mantenendo mistero, punk e un po’ di psichedelia.

Da ascoltare tutto d’un fiato e senza troppi pensieri.

Un album giusto per lasciarsi trasportare dalla musica e dalle good vibes.

Highly recommended!!

Credit Foto: Marco Hernandez