Di Polly Jean Harvey abbiamo imparato nell’arco di una carriera ormai quasi trentennale (il suo singolo d’esordio “Dress” risale al 1991) ad apprezzare le varie anime, da quella più ruvida e genuina degli inizi a quella più sperimentale e intimista, dalla più rockeggiante alle felici derivi cantautorali, e ad amarla (ma qui parlo a titolo personale) in modo pressochè incondizionato.

C’è però un episodio del suo catalogo che sia la critica – sempre generalmente benevola – che il pubblico faticano ancora a relegare in una nicchia precisa, e che a essere favorevoli ne rappresenta appieno le varie istanze, mescolandole egregiamente; ad essere negativi invece mostra una certa disomogeneità  di fondo, come non sapesse bene quale strada percorrere.

Sto parlando del suo quinto album, pubblicato il 23 ottobre del 2000 e che quindi proprio oggi spegne venti candeline: “Stories from the City, Stories from the Sea”, il cui titolo già  ci suggerisce il riferimento a due poli ben distinti della vita e dell’esperienza della talentuosa artista cresciuta nelle campagne del Dorset.

Parte dell’album vuole narrare uno spaccato cittadino, precisamente di New York, dove la Nostra aveva soggiornato per sei mesi, mettendo a soqquadro la propria esistenza e arricchendola con una moltitudine di input e suggestioni; un’altra è invece è strettamente legata ai luoghi simbolici della sua infanzia, a quel mare e a quelle spiagge tanto amate e frequentate, e che rappresentavano per lei una grande opportunità  di evasione e ispirazione.

L’album, più che un compromesso, appare come uno spartiacque assai interessante della sua vicenda artistica e soprattutto umana: la PJ Harvey che andiamo ad ascoltare fra i solchi di queste dodici nuove tracce è finalmente rappacificata, a posto con se’ stessa, se vogliamo anche più matura nell’elaborare storie diverse che stanno benissimo in piedi da sole, senza bisogno di sostegno o di un comune intento.

Sono forse le canzoni più lineari e melodiche mai partorite sinora dalla sua penna – e col senno di poi di un intero percorso, visto che dai successivi album riuscirà  sempre a rinnovarsi, cercando nuovi linguaggi espressivi – tutte all’insegna di un (pop) rock senza troppi fronzoli, in cui riesce ad essere credibile (e molto piacevole) sia nei momenti più sanguigni e viscerali (l’apertura intensa di “Big Exit”, la rabbiosa e granitica “The Whores Hustle and the Hustlers Whore”, l’orecchiabile e frizzante “Good Fortune” – uno dei singoli di maggior successo della sua carriera -, la primordiale “Kamikaze”, in versione Riot grrrl come nel debutto), che in quelli più raccolti e malinconici.

A questa seconda specie appartengono il mirabile duetto con Thom Yorke in “This Mess We’re In”, l’onirica “Beautiful Feeling” (che stavolta vede il leader dei Radiohead impegnato ai cori), la vivace e acustica “You Said Something” e la celebre “A Place Called Home”, forse la più adatta di tutte a sintetizzare il lavoro, con le sue liriche autentiche e profonde.

Il resto della scaletta magari non riporta brani memorabili ma assolutamente ben scritti e interpretati, con una sicurezza e una consapevolezza nei propri mezzi inedite, a testimonianza di un’evidente crescita compiuta in un periodo storico finalmente favorevole dopo i tanti tormenti interiori ben declinati negli album precedenti.

Sbaglieremmo a definire “Stories from the City, Stories from the Sea” un lavoro interlocutorio, piuttosto si tratta di un capitolo particolare del suo percorso in cui molti angoli erano stati smussati, e messi da parte quei guizzi di genio e creatività  che in ogni caso torneranno copiosi sin dalle successive tappe, visto che nel frattempo la Storia di PJ Harvey è diventata tra le più entusiasmanti e avvincenti del nuovo millennio.

PJ Harvey ““ Stories from the City, Stories from the Sea
Data di pubblicazione:  23 ottobre 2000
Tracce: 12
Lunghezza: 45:22
Etichetta: Island Records
Produttore: Rob Ellis, Mick Harvey, PJ Harvey

Tracklist
1. Big Exit
2. Good Fortune
3. A Place Called Home
4. One Line
5. Beautiful Feeling
6. The Whores Hustle and the Hustlers Whore
7. This Mess We’re In
8. You Said Something
9. Kamikaze
10. This Is Love
11. Horses in My Dreams
12. We Float